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Volley | 09 aprile 2024, 18:24

L'EDITORIALE / 2024 annus horribilis per il volley di Cuneo, ma le ragioni sono profondamente diverse

Con l’uscita di scena della squadra di A2 maschile dai playoff promozione si chiude un’altra stagione amara per gli appassionati, ma accomunare gli insuccessi sarebbe sbagliato: due batoste con ragioni differenti

Il coach di Cuneo Matteo Battocchio stringe la mano al collega Daniele Morato: Porto Viro ha meritato la semifinale (Foto: Beatrice Bramardi)

Il coach di Cuneo Matteo Battocchio stringe la mano al collega Daniele Morato: Porto Viro ha meritato la semifinale (Foto: Beatrice Bramardi)

Con l’uscita di scena della squadra di A2 maschile dai playoff promozione, si chiude un’altra annata amara per gli appassionati della pallavolo cuneese. Il capoluogo ha fallito ancora, su entrambi i fronti. Accomunare i due insuccessi sarebbe, però, in primo luogo sbagliato oltreché ingeneroso. Due batoste con radici diverse.

L’immagine simbolo della disfatta maschile di questa stagione resterà il presidente di Cuneo Volley, Gabriele Costamagna, disteso in posizione supina sulla panchina a bordo campo un’ora e mezza dopo la fine della partita. Palazzetto ormai completamente deserto, lui solo a fissare il soffitto da quella panca dove poco prima sedevano i ragazzi nei quali aveva riposto la fiducia per provare a regalare alla città il suo sogno più grande: riportare Cuneo nel massimo campionato maschile.

Ci riproveremo”, ha detto a caldo Costamagna nell’intervista ufficiale a fine gara. Aggiungendo: “Vediamo quando”. L’eventualità di un ridimensionamento del budget societario nella prossima stagione non è cosa da escludere. Il campionato di serie A2 è difficilissimo: con una sola promozione prevista, o costruisci una squadra faraonica in grado di “ammazzare” il torneo (il caso di Vibo Valentia la passata stagione, e con ogni probabilità quel che farà Catania in quella futura), oppure diventa davvero un terno al lotto.

Diciamocela tutta, la delusione più grande è stata quella di uscire dai Quarti, perché obiettivamente la squadra di quest’anno è certamente in grado di giocare alla pari con tutti, ma non così solida da “garantire” una promozione. Mancano i cosiddetti “uomini da playoff”: esaltante fare i buchi per terra durante la stagione regolare, ma se poi metti la faccia da “Oddio, che faccio?” nelle partite che contano, beh purtroppo fai poca strada. Su questo dovranno essere fatte le opportune valutazioni.

Ma non è (ancora) tempo di processi sportivi: resta un obiettivo da centrare, la qualificazione alla Final Four di Coppa Italia che la società piemontese organizzerà a San Rocco nel weekend dell’11-12 maggio. Servirà un moto d’orgoglio da parte della squadra, perché non avere Cuneo tra le quattro finaliste rappresenterebbe un ulteriore duro colpo all’entusiasmo dei dirigenti.

Cuneo Volley è una sodalizio giovane, costruito da ragazzi carichi di passione. A volte istintivi, ma sempre umili e pronti ad ammettere gli errori commessi per farne tesoro e provare a migliorarsi. Non si getti loro la croce addosso.

Una nota, infine, sulla piccola polemica nata in seguito allo striscione esposto dalla curva a fine gara, con il quale si auspicano meno chiacchiere social e maggior concentrazione sulla parte sportiva.

Figlia di una delusione grandissima, la protesta è più che legittima ed in parte anche condivisibile, ma occorre una doverosa riflessione. Se è vero, come è vero, che nella pallavolo di oggi (ormai in tutti gli sport) la parte che dovrebbe essere di “contorno” spesso prevarica il gioco, va altresì sottolineato che nelle piccole realtà com’è oggi quella del volley maschile cuneese anche i “lustrini” contano.

A patto che siano affiancati ad una parte gestionale sportiva in grado di isolarsi e compiere il proprio lavoro con serenità professionalità. Cuneo Volley questa parte ce l’ha: figure quali la team manager Silvia Canale o il direttore sportivo Paolo Brugiafreddo sono pedine fondamentali che altre realtà si sognano. Loro sì, sono lontani anni luce dai lustrini.

Insomma, una parte non deve escludere l’altra.

L’organizzazione di un evento oggi ti può far sopravvivere, domani investire ed un altro ancora, chissà, arrivare a festeggiare sul campo ciò che ti spetta di diritto. Che nessun magnate ti potrà mai comprare.

Questo segna la sottile, ma sostanziale differenza tra l'essere uomini e donne di sport o di puro spettacolo. 

Cesare Mandrile

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