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Storie di montagna | 28 aprile 2024, 07:05

STORIE DI MONTAGNA/110 "Sognalo e poi fallo", la sfida di Giulia e Priska

Due sorelle fanno assaporare ‘morsi di montagna’ a Fenestrelle

STORIE DI MONTAGNA/110 "Sognalo e poi fallo", la sfida di Giulia e Priska

Tu lo sai che cos’è un ‘Mountain Bites’ ovvero un ‘morsi di montagna’?

Pensa di poter vivere un’esperienza a 360° in un territorio alpino meraviglioso, un progetto capace di farti conoscere la montagna utilizzando tutti i tuoi sensi, di portarti alla scoperta di un territorio che può offrire davvero tanto, di farti vivere al meglio il tuo soggiorno.

Siamo nel paese di Fenestrelle, in Val Chisone, poco oltre i 1200 m di altitudine, una cittadina alpina celebre per il suo meraviglioso forte. In questo posto nasce il progetto di Giulia Miraglia e Priska Novarese, due sorelle che credono nella valorizzazione del territorio montano, utilizzando ciò che già esiste e facendolo conoscere. Ma ora vi racconto meglio.

Priska, la sorella maggiore, vive in montagna da 21 anni. L’occasione per fare questa scelta si presenta con le Olimpiadi invernali del 2006. Per lei la montagna è da sempre casa, fin da piccola la vive e la frequenta e quando era il momento di lasciarla per tornare in pianura, il suo cuore si stringeva. L’amore per questo ambiente, non sempre facile, lascia sconcertati i suoi genitori che, scappati dalle terre alte per dare comodità e servizi alle figlie, ora le vedono ritornare. Ma Priska è solo tra le cime che si sente a casa.

Inizia il suo lavoro a Pragelato, in alta Val Chisone, lavorando per gli uffici turistici designati per l’accoglienza durante le Olimpiadi. Si occupa di informazioni turistiche e, durante il periodo olimpico, di accomodation. In particolare sviluppa un progetto di utilizzo delle seconde case, spesso vuote e dimenticate, a scopo turistico: un modo utile al territorio per non costruire nuove strutture, ma sfruttare l’esistente.

Un’amante della montagna non può che trovare l’amore in questo ambiente, infatti si lega a un famoso alpinista locale, per dieci anni. Entrambi viaggiatori sportivi e in cerca di emozioni, aprono un ristorante, ovvero un’attività che concedesse ad entrambi tempo libero per l’avventura. Questo è stato il primo salto nel buio della coraggiosa e tenace Priska, che lascia un lavoro da dipendente per iniziare un’attività in proprio. Si riscopre cuoca, giornalista e, ancora di più, montanara!

 

Giulia è più piccola, ha 17 anni in meno e, con l’apertura del ristorante, inizia a lavorare con la sorella. Spesso, soprattutto tra donne, non è facile essere unite, in questo caso, queste due sorelle, sono davvero inseparabili!

Molto diverse, una estrosa e sognatrice, l’altra calma e razionale, trovano una sintonia perfetta per creare insieme qualcosa di nuovo.

Anche Giulia decide di seguire la sorella e di trasferirsi in montagna, proprio nel periodo in cui questo ambiente era desiderato e ricercato, ovvero durante il Covid.

Costrette a rimanere in casa, visto il periodo di pandemia, patiscono questa chiusura.

Entrambe sportive e appassionate di corsa, nel momento in cui ritorna la possibilità di uscire, iniziano a correre, ma nei dintorni della loro casa. A fine corsa, rientrando, Priska viene travolta da un profumo caratteristico: l’odore del disgelo. Era maggio e solo chi vive la montagna può capire di cosa sto parlando: “Era tutto così bello che veniva voglia di mangiarlo” mi dice Priska.

Nasce così una domanda: come potevano far provare quell’emozione anche alla gente che la montagna non la vive tutti i giorni?

La risposta è stata semplice: dovevano trovare un modo!

Possiamo dire che, tutto ciò che oggi potete trovare a Fenestrelle, nel progetto ‘Mountain Bites’ ospitalità diffusa, queste ragazze prima lo hanno sognato e poi lo hanno realizzato.

Entrambe si sono tatuate proprio questa frase: “Sognalo e poi fallo!”.

Tra il dire e il fare, sapete bene, che c’è di mezzo il mare e quindi è arrivato un momento di studio, progettazione, ricerca e tanto coraggio e voglia di realizzare un sogno.

Giulia è la mente razionale, legale e contabile di questo progetto: laurea breve in lingue, un anno di studio a Madrid, e la magistrale a Venezia, in ambito turistico economico. Sofferma principalmente i suoi studi sull’ospitalità diffusa. Un modello che prevede una casa madre e altre unità abitative che devono essere posizionate entro 500 metri da questa.

Ci sono voluti due anni per trovare il posto giusto, due anni in cui è stata la sola ristorazione, a Pragelato, a sostenere il progetto, che però ha dato i suoi frutti e oggi è possibile avere diverse soluzioni abitative.

Il caso, le porta nella Spa del Petit Fenestrelle. Arrivare nel posto giusto al momento giusto, ha permesso a queste donne speciali di acquistare una struttura che, altrimenti, sarebbe rimasta chiusa e di iniziare, finalmente, il progetto di ospitalità diffusa.

Da ormai un anno questo bellissimo posto ha cambiato modo di ospitare e di raccontare il territorio. Con coraggio hanno lasciato il ristorante di Pragelato e hanno riaperto un ristorante che era chiuso da oltre 6 anni, che ora è rinato: L’Argalesse.

Un locale da 30 posti che permette di coccolare il cliente e, con la cucina di Priska, di fare gustare “un morso di montagna”, regalando gusti, profumi e relax.

“L’ospitalità diffusa, utilizzando quello che già esiste, significa recupero dell’architettura. Vuol dire far vivere al turista il paese, fargli incontrare chi ci vive, dargli la possibilità di partecipare alla vita del borgo alpino. Questo era il nostro obiettivo, non un semplice albergo” sottolinea Giulia.

“Qui noi creiamo esperienze” aggiunge Priska. “Gli alberghi diffusi devono avere un punto ristorativo e noi, per il concetto di collaborazione, ne abbiamo due: il mio ristorante D’Argalesse a Pourrieres a 4 chilometri da Fenestrelle e il locale vicino, con cui abbiamo creato un’ottima collaborazione, ‘La Rosa Rossa’” conclude.

Tutte le strutture hanno un filo conduttore: legno, calore, stile alpino. Ogni abitazione, a disposizione degli ospiti, trasmette sentori e profumi di montagna.

Qui si è creato un piccolo mondo dove davvero si può vivere il paese.

Questo progetto è in via di sviluppo, le idee in corso sono tantissime, e la voglia di poter vedere rinascere vecchie case abbandonate, è quella che spinge Giulia e Priska a continuare la loro missione.

Incontrarle è stato come affondare in un grande abbraccio che profuma di ospitalità, simpatia e ambizione. Due donne speciali, capaci di realizzare un sogno, e soprattutto professioniste nell’ospitalità turistica e capaci di regalare ai propri clienti qualcosa di nuovo e profondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cinzia Dutto

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