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Storie di montagna | 03 marzo 2024, 08:04

Il Coc Nèr e la sua storia di rinascita

Se nasci in una famiglia di ristoratori, e fin dalla più tenera età rimbalzi tra cucina e sala, ad un certo punto della tua vita sarai costretto a scegliere se continuare l’attività di famiglia o cambiare strada

Il Coc Nèr e la sua storia di rinascita

Se nasci in una famiglia di ristoratori, e fin dalla più tenera età rimbalzi tra cucina e sala, ad un certo punto della tua vita sarai costretto a scegliere se continuare l’attività di famiglia o cambiare strada.

Oggi ti racconto la storia di Irina, una ragazza decisa e volenterosa, e della sua scelta.

Siamo in Valle Pesio, più precisamente a Chiusa di Pesio, in una piccola frazione denominata Combe. La incontro qui, in una bella giornata di sole e, davanti ad un caffè fumante, mi racconta la sua storia.

Irina è del 1988, originaria del posto dove vive da sempre, si diploma al Liceo Linguistico e poi prosegue gli studi e si Laurea come Tecnico di Radiologia. Una strada totalmente diversa da quella che stava portando avanti la sua famiglia.


Battistino, suo papà, ristoratore da sempre, e persona conosciuta in Valle, nel 2007 apre l’azienda agricola il Coc Nèr Inizialmente con un po’ di terreno e qualche animale, per poi realizzare il suo sogno e avviare un’attività agrituristica.

Nel 2014 l’attività agrituristica è ben avviata e Battistino chiede aiuto alla figlia, che inizia ad affiancarlo, ma in realtà la prospettiva è quella di fare parte dell’azienda a tempo pieno ed iniziare una nuova strada.

Irina aveva 25 anni e una carriera davanti, ma sceglie di restare in famiglia per molti motivi: sicuramente il primo è il legame affettivo verso il posto che si ritrova a dover gestire. Un luogo dove ha visto la fatica e i sacrifici della sua famiglia e che in qualche modo, considera come casa. Guardando al futuro dell’azienda, e al desiderio del padre di lasciarla alla figlia al suo ritiro, e non di venderla ad uno sconosciuto, Irina si sente di dover investire il suo futuro nell’azienda di famiglia.


“Ho deciso di abbandonare la mia strada e con dubbi, incertezze e paure sono partita. Sapevo che sarebbe stato un lavoro duro, che avrebbe preso la maggior parte del mio tempo libero e stravolto la mia vita, ma ora, dopo dieci anni sono ancora qua!” mi dice Irina che oggi, a 36 anni, è felice della sua scelta.

Nel 2016 prende le redini dell’azienda, per qualche anno, fino al 2020 resta affiancata da papà Battistino che poi lascia tutto per andare in pensione.


“Un grande passo per me!” mi dice Irina “Ho sempre vissuto vedendo i sacrifici e le difficoltà che questo lavoro comporta, entrambi i miei genitori hanno sempre lavorato in questo ambiente, e li ricordo bene! Non avevo idea che poi, nella mia vita, lo avrei fatto anch’io!” mi dice questa giovane donna ormai perfetta locandiera.

Non sappiamo mai dove la vita ci porta, che strade ci farà prendere, che cosa ci presenterà per il futuro, ma possiamo essere consapevoli delle nostre scelte.


“Questo è un lavoro a 360°, non ci sono orari, festività, ma con il tempo ho imparato ad accettarlo. Anche oggi, che sono mamma, riesco a gestire bene l’attività. Da qualche anno anche mio marito lavora con me, ha lasciato un posto da dipendente ed insieme gestiamo l’azienda. Mi sento di dire che questo lavoro va condiviso altrimenti è molto difficile portarlo avanti.” Queste sono le parole che sento dire da Irina, che ha imparato con il tempo ad amare questo lavoro, ora l’ha fatto suo e ha davvero moltissime idee e porta costantemente innovazione e nuovi servizi alla sua azienda.


Mentre faccio un giro per il locale, completamente arredato in stile alpino, rustico, quasi pare di essere in una malga trentina, mi soffermo su un quadro pieno di firme con una scritta in dialetto: “ i lama fet du nostr mei..” ovvero “abbiamo fatto del nostro meglio”. Un oggetto curioso: mi è impossibile non chiedere la storia.

Scopro che questo posto nasconde una rinascita incredibile. La scelta di Irina, infatti, è iniziata in salita.

Il 14 marzo del 2014, per un incidente, la struttura viene distrutta da un incendio e, nel giro di poche ore, resta solo cenere!

Lei aveva appena deciso di lavorare in azienda e questo incidente, inizialmente, getta tutti nello sconforto. Ma nessuno si perde d’animo, siamo davanti ad una famiglia di lavoratori instancabili, padre e figlia sanno di dover costruire un futuro insieme e diventano uno la forza dell’altro. Il Coc Nèr è storia per Chiusa Pesio e così molte persone del paese vengono in aiuto e a maggio il locale riapre le sue porte, con una nuova veste, e pronto a ricominciare!

Questo fatto è la dimostrazione di come questo posto abbia una spinta in più, fa capire che cosa vuol dire essere una famiglia e quanto sia importante fare parte di un territorio in cui si è apprezzati e riconosciuti.

Quel cartello, esposto in bella vista all’entrata, contiene tutte le firme di chi ha supportato la rinascita di questo posto e resterà lì per sempre per dimostrare che non bisogna mai perdersi d’animo.

Irina è davvero una sognatrice, una lavoratrice instancabile, nella sua mente ci sono ancora tantissime idee per dare sempre più servizi ai clienti, per far trovare cose nuove e per rendere questo posto sempre più accogliente e nuovo. In estate organizza l’estate ragazzi, ci sono due mini chalet in legno con camera da letto e bagno, e due appartamenti, è attivo un servizio di noleggio ebike e qui, il cliente, è al centro dell’attenzione. (https://www.agriturismococner.it ) per informazioni.


Sua mamma si occupa della cucina e qui si trovano piatti tradizionali piemontesi. Si segue la stagionalità delle materie prime, che arrivano per la maggior parte dall’azienda agricola, e si aggiunge selvaggina cacciata, pasta fresca e dolci fatti in casa.

Il valore aggiunto della cucina sono sicuramente i prodotti caseari, avendo la fortuna di avere tutti i giorni a disposizione latte fresco munto dalle mucche dell’azienda, da cui si costruiscono piatti con formaggi e derivati che seguono la stagionalità e la sana alimentazione dei bovini.

Le Coc Ner, che in occitano significa Gallo Forcello, simbolo di questo posto, è un locale dove fermarsi, immergersi nella natura, gustare ottimo cibo e soprattutto dove trovare una famiglia che ha fatto dell’ospitalità una missione e ha saputo affrontare le difficoltà rimboccandosi le maniche.

E’ stato un vero piacere scoprire questo luogo, ma lo è stato ancora di più aver incontrato Irina, la sua forza, la sua tenacia,un vero esempio di montagna giovane e viva che porta avanti il lavoro di famiglia!

Cinzia Dutto

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