Con l’ottenimento dell’ultimo pacchetto di aiuti americani, gli esperti geopolitici e militari si interrogano sulle prossime mosse di Kiev. In generale attira consenso l’idea che non possa più vincere e che dunque le convenga cercare di arrivare a una tregua. Infatti se va avanti a combattere a testa bassa, rischia di assistere a uno sfondamento delle linee da parte dei russi. Come riporta il sito Strumenti Politici, gli analisti che pensano positivo ritengono che l’Ucraina debba anzitutto concordare con gli alleati occidentali quale tipologia di successo possa attendersi (qualora le diano altri aiuti). Ma che cosa potrebbe essere chiamato “vittoria”? Non più quella vittoria totale che annunciava Zelensky a Washington l’anno scorso e prima ancora. Dunque in maniera realistica potrebbe solo riprendersi quelle quattro regioni che sono però già incorporate nella Federazione Russa. Ma Mosca non se andrà da lì di sua spontanea volontà, perché quei territori sono ormai giuridicamente parte dello Stato russo, così come i suoi cittadini. Purtroppo Kiev non gradiscono i discorsi pragmatici sull’opportunità di un accordo di pace che salvi il salvabile, ma resta la necessità di chiarire con gli alleati il programma a breve e a medio termine. A lungo termine, secondo l’analista ucraino Musiyenko, si potrebbe fare come fecero i tedeschi occidentali e orientali, che seppero attendere quasi mezzo secolo prima di poter riunificare il loro Paese. All’Ucraina serve comunque che la NATO dia determinate garanzie di difesa e di sicurezza. E serve anche che si generi un equilibrio di forze in campo, che impedisca ai russi di avanzare e agli ucraini di cedere. Solo così il conflitto si fermerà e si potrà parlare di cessate-il-fuoco e dei dettagli di un accordo.
In Breve
domenica 19 maggio
sabato 18 maggio
venerdì 17 maggio
Accadeva un anno fa
Attualità