Riceviamo e pubblichiamo.
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Siamo sempre qui a ricordarvi che non vogliamo che la guerra diventi un’opzione praticabile. Proprio in questi ultimi anni è sotto gli occhi di tutti che la guerra, oltre a non essere una soluzione, oltre a provocare sofferenze e distruzione, non fa che aggravare le diseguaglianze, l’esclusione dei più deboli da una vita giusta.
La nostra presenza qui vuole denunciare l’iniquità di tutte le guerre, anche quelle dimenticate e più lontane da noi. E tuttavia non possiamo non focalizzarci sull’Ucraina e in particolare sulla Palestina. Sono il simbolo di ciò che non va compiuto, la dimostrazione che sono i potenti della Terra che non hanno messo in atto le azioni necessarie per sanare gli errori del passato in Palestina e le controversie sui trattati internazionali in Ucraina. Non possiamo rimanere inermi di fronte al massacro di civili in atto a Gaza.
Siamo qui, ogni sabato mattina, per ricordarvi che si fa la guerra anche senza inviare soldati al fronte: si fa la guerra producendo e vendendo armi e tecnologia bellica.
Siamo qui per chiedere la conversione dell’economia bellica in economia civile. Chiediamo che il finanziamento, anche indiretto, alla guerra sia dirottato nel servizio pubblico: sanità, istruzione, welfare insomma. Siamo qui per chiedere anche a noi stesse di non essere complici della distruzione del pianeta: unitevi a noi, ne vale la pena!
Donne in cammino per la pace Mondovì