Il 28 luglio scorso, in frazione Villaretto nel comunque di Pontechianale in valle Varaita, è stata rivenuta una carcassa di lupo, impiccato a un cartello stradale con un cordino blu, all’ingresso della borgata. A seguito del ritrovamento è stata presentata una denuncia a carico di ignoti alla Procura della Repubblica di Cuneo per ricostruire la dinamica e individuare il o i responsabili del gesto. Un atto immorale tanto quanto, si potrebbe dire, lo sia il diritto penale in questa situazione: perchè nello specifico, qui, il reato non c’è.
Secondo l’esame necroscopico condotto all’ospedale veterinario di Torino il lupo sarebbe infatti morto a seguito di un impatto, presumibilmente investito. Pertanto la sua impiccagione non sarebbe avvenuta da vivo.
Il reato di “uccisione di animale” - previsto all’art. 544 bis del codice penale -, punisce infatti chi “per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un’animale”. Il vile gesto sarebbe quindi penalmente perseguibile se il lupo fosse stato impiccato da vivo o almeno, moribondo.
Relativamente al comportamento in caso di incidente, l’art. 189 del decreto legislativo n. 285/1992 (codice della strada) ha previsto, a partire dal 2010, che l’investimento di animali sia di affezione che protetti - come il caso del lupo -, sia da configurarsi come illecito amministrativo, e pertanto punito con una multa. Viene infatti stabilito che l’automobilista, in caso cagioni un incidente, che non si fermi e non presti soccorso all’animale, debba essere sanzionato con un pagamento di una somma che va dai 421 euro a 1.691 euro. Nel caso, invece, di più persone la multa va dagli 85 euro ai 337 euro.
L'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente ha messo una taglia di 2000 euro per chiunque fornisca informazioni utili a identificare e condannare il responsabile o i responsabili di questo vile gesto che, seppur riprovevole, rimarrà impunito.