(Adnkronos) - "Sul diabete c'è un pregiudizio". Si ritiene che riguardi persone che consumano "troppi alimenti zuccherati e che per questo vadano incontro" alla malattia. "Non c'è nulla di più scorretto. Nel tipo 2, la forma prevalente, che interessa il 90% dei pazienti, la suscettibilità genetica ha un peso rilevante e ci sono alcune determinanti psicosociali ed economiche che impattano molto". L'impegno della Società italiana di diabetologia nell'abbattere questo il pregiudizio sulla malattia "parte dal linguaggio - ad esempio non utilizzare l'appellativo diabetico, ma persona con diabete" - ma si fonda su "informazione e formazione". Così Raffaella Buzzetti, presidente Sid, in occasione della pubblicazione del vodcast 'Diabete oltre il pregiudizio. Come affrontare lo stigma', realizzato da Adnkronos con il supporto non condizionante di Abbott, disponibile sui canali YouTube, Spotify e nella sezione Podcast di adnkronos.com.
Per modificare questo tipo di linguaggio va fatta "tanta informazione", ma questa, da sola, non basta. "Come società scientifica - aggiunge Buzzetti - sentiamo molto la responsabilità di far cambiare lo stigma su questa patologia anche con la formazione, tra la popolazione generale, sull'importanza di una corretta alimentazione, a beneficio di tutti, comprese le persone che non hanno il diabete". Anche "gli specialisti diabetologi, i colleghi cardiologi e i nefrologi andrebbero informati" maggiormente "sulla corretta alimentazione, sui farmaci da usare e sulla gestione della malattia, così come andrebbe fatta un'informazione personalizzata alle persone con diabete".














