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Attualità | 23 luglio 2019, 10:51

Ferrero si concentra su Alba, anche il team delle mitiche sorpresine Kinder trasloca ai piedi delle Langhe

Dopo quello del centro direzionale di Pino Torinese, un nuovo spostamento interesserà da settembre la quarantina di addetti finora impegnati negli uffici di Chieri

In produzione dal 1974: i mitici ovetti Kinder

In produzione dal 1974: i mitici ovetti Kinder

Nello scarno repertorio di aneddotica permeato alla ben nota riservatezza di Michele Ferrero, i pochi racconti consegnati ai posteri riguardano spesso la genesi delle illuminanti invenzioni del compianto cavaliere. Una battuta è in particolare legata alla nascita di uno dei prodotti forse più geniali e certo più longevi di casa Ferrero, il "Kinder Sorpresa". "Un giorno – riporta Gigi Padovani nel suo "Nutella. Un mito italiano" (Rizzoli, 2004) – Michele Ferrero disse ai suoi collaboratori: 'Sapete perché ai bambini piacciono tanto le uova di Pasqua? Perché hanno le sorprese dentro... Allora, sapete che cosa dobbiamo fare? Diamogli la Pasqua tutti i giorni'".

Correva l’anno 1968 e da allora passarono altri 6 anni, sino al 1974, prima che l’ovetto di cioccolato con la sorpresa (da montare) al suo interno vedesse la luce, per diventare quella che oggi si usa definire una "icona pop": un prodotto e un oggetto che lungo decenni di vita è stato capace di legare la propria immagine al vissuto di generazioni di italiani.

Mentre il Kinder Sorpresa si appresta a festeggiare i suoi primi 45 anni di vita, un’importante novità riguarda il gruppo di lavoro che da decenni, quotidianamente, studia come rendere sempre nuovo e sorprendente il contenuto di quei 20 grammi di cioccolato a forma di uovo.

Dopo lo spostamento che, col raddoppio dell’ex filanda Pelisseri, due anni fa ha portato ad Alba i 300 dipendenti fino ad allora impiegati presso il centro direzionale di Pino Torinese, un altro trasloco interesserà questa volta la quarantina di addetti finora ospitati presso gli uffici che, in quel di Chieri, ospitavano lo sviluppo tecnico delle mitiche sorpresine.

Una scelta in linea col percorso di razionalizzazione avviato dall’azienda ormai alcuni anni addietro e passato proprio per la chiusura della storica sede sulla collina torinese e il potenziamento del centro ricerche di via Pietro Ferrero, cui in questi mesi si va affiancando l’ampliamento del vicino parcheggio multipiano di via Giovanni Ferrero – di cui è in corso in questi mesi la sopraelevazione di un piano – e la realizzazione di un nuovo capannone da 2.200 metri quadrati all’interno dello stabilimento, destinato a divenire una nuova officina per gli ingegneri e i meccanici che lavorano allo sviluppo e al perfezionamento delle linee produttive interne al sito produttivo.

Ezio Massucco

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