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Al Direttore | 17 dicembre 2019, 14:17

Si è spento a 99 anni Vincenzo Scarpa, ultimo partigiano del gruppo Valle Josina di Peveragno

Riceviamo e pubblichiamo il ricordo di un uomo coraggioso e per bene

Si è spento a 99 anni Vincenzo Scarpa, ultimo partigiano del gruppo Valle Josina di Peveragno

Ci ha lasciato Vincenzo Scarpa, ultimo partigiano del gruppo Valle Josina di Peveragno. Si è spento lo scorso 11 dicembre all'età di 99 anni nella sua abitazione di via Rostagni 18 a Cuneo. Ai funerali, celebrati in forma Cristiana Evangelica, è intervenuta, per l'A.N.P.I., portando un accorato saluto, Ughetta Biancotto.

Nato a Napoli, come Totò, anche Enzo svolse il servizio militare a Cuneo. Dopo l’8 settembre 1943 e lo sbandamento della Quarta Armata Enzo rimane a Cuneo. La sua scelta è di non aderire alla Repubblica di Salò. Conosce una famiglia cuneese che lo ospita e adotta come un figlio. Ma il capofamiglia è un ferroviere militante del partito comunista che entra nel mirino di squadroni fascisti da cui viene aggredito e picchiato. Il domicilio di Enzo non è più sicuro. Viene accompagnato in valle Josina dove entrerà a far parte della Brigata Val Josina III Divisione Alpi del Corpo Volontari della Libertà.

Vincenzo Scarpa fu un combattente, sia come partigiano che nella vita. Lo testimonia un episodio della sua vita partigiana in Valle Josina, dopo la strage della Paschetta di Peveragno, dove il 10 gennaio del 1944 i nazifascisti trucidarono 30 civili. Come risposta i partigiani, durante un conflitto, presero come prigioniero un soldato tedesco, che si rivelò poi un croato arruolato nelle file delle truppe di occupazione della Wehrmacht.

Sulle montagne cuneesi l’inverno fu freddo, lungo e terribile, spesso scarseggiava il cibo e si considerava l’ipotesi di passare il prigioniero per le armi. Il comandante era di questo avviso, ma Enzo si rese garante di quell’uomo e, vista la titubanza del comandante, gli disse che avrebbero dormito incatenati per evitarne la fuga. Così salvò la vita a quello che era entrato nella sua come nemico.

Dormirono incatenati per diversi giorni, fino a quando il comandante si convinse che il prigioniero non sarebbe scappato. Il 28 aprile 1945, finita la guerra, dopo la liberazione di Cuneo dalle truppe naziste che appoggiavano la ritirata dei reparti dalla Francia, le divisioni scesero a valle.

Enzo, il 29 aprile 1945, in splendida divisa bianca, risalta sulla piazza, nella moltitudine di divise grigio-verdi di partigiani delle numerose formazioni, che gremiscono la piazza.

Dopo il 1945 Enzo decide di fermarsi nella città. Qui incontrerà la sua prima moglie Clelia, che dopo avergli dato una figlia Rosalba, a soli 25 anni li lascerà per sempre. La bimba aveva solo 3 anni. Dopo questa tremenda perdita Enzo, sostenuto dalla fede cristiana, riprende con difficoltà ma con determinazione il sentiero della vita. La sua attività di sarto si espande sino ad aprire sulla piazza Galimberti, sopra Arione, al secondo piano, una sartoria che occupa ben 2 piani del palazzo. Il giorno di mercato, martedì, accoglie molti clienti provenienti da Torino, dalla Liguria ed anche da Nizza.

La vita scorre scandita dal ritmo del lavoro e dal laboratorio. La vista sulla piazza è stupenda ed allieta le fatiche quotidiane. Nella stessa piazza Benito Mussolini, dal balconcino al primo piano dello stesso stabile dove lui lavora, aveva pronunciato il discorso il 20 maggio 1939, preludio della guerra. Il 26 luglio del 1943 Galimberti, dal balcone della casa in centro alla piazza aveva dichiarato, in un coraggioso discorso, guerra al fascismo ed alla dittatura. E sempre nella stessa piazza i partigiani il 29 aprile 1945 avevano sfilato in corteo, festeggiati dalla popolazione.

In seguito Enzo incontra una giovane donna cuneese, Rosa, che sposerà e che lo accompagnerà fino all’ultimo istante della vita. Dalla loro felice unione nasceranno due figli, Miriam e Davide. Dopo alcuni anni Enzo decide di tornare nella sua terra partenopea e si trasferisce ad Arzano (dove con il fratello aprirà una fabbrica di giocattoli Scarplastic) e vi rimarrà 20 anni. La famiglia negli anni Novanta ritorna nel cuneese, a Morozzo, dove si è stabilita la prima figlia Rosalba, e successivamente a Cuneo, la città che gli era rimasta nel cuore.

L'11 dicembre 2019, confortato dai suoi cari, Enzo si congeda dalla vita terrena.

Dario Bernardi

Redazione

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