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| 04 febbraio 2011, 16:16

Le socie del Soroptimist a confronto con la dottoressa Cinzia Bianchi

Da sin. dott.ssa Maria Turci Spada, la dott.ssa Cinzia Bianchi e dott.ssa Daniela Bonetto presidente del SI Club Cuneo

Da sin. dott.ssa Maria Turci Spada, la dott.ssa Cinzia Bianchi e dott.ssa Daniela Bonetto presidente del SI Club Cuneo

Giovedì sera le socie del Soroptimist International Club di Cuneo si sono ritrovate al ristorante Bottega Vini delle Langhe, per una conviviale con ospite la dottoressa Cinzia Bianchi, responsabile di una struttura della sezione di Cuneo dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta. “Sono convinta del lavoro che svolgo e che faccio con orgoglio” questa è la frase con cui Bianchi ha iniziato la sua relazione sugli “Allarmismi ingiustificati comunicati dai mass-media ai consumatori” ed ha proseguito spiegando quali siano i compiti dell’Istituto che dirige, raccontando la sua esperienza di operatore veterinario nel servizio pubblico, ma anche calandosi nella sua quotidianità di  “consumatore”. Sappiamo che purtroppo, con lo scopo di aumentare l’audience, i mass-media non sempre svolgono l’importante ruolo di informatori, ma riescono a creare degli allarmismi, divulgando informazioni a volte non corrette sul rischio sanitario. In tali casi l’ansia che si ingenera nei consumatori è peggiore del rischio collegato all’alimento, o a quel fatto, basti pensare al caso della “mucca pazza” o dell’influenza aviaria.

La dottoressa  Bianchi ha ben spiegato quali e quanti siano i compiti dell’Istituto Zooprofilattico: dagli esami necroscopici, ai programmi di controllo preventivo e all’analisi per la ricerca di elementi patogeni negli alimenti. La conclusione è stata che i cibi che arrivano sulla nostra tavola, provenienti da allevamenti e coltivazioni italiane, sono controllati con molto scrupolo e professionalità dal sistema pubblico. Ha poi citato un sondaggio su  un campione di 27.000 cittadini europei, per testarne il grado di fiducia nelle informazioni che si ricevono e, in media, essi si fidano in particolare dei medici e dei famigliari, che seguono a ruota. Gli aspetti che destano in loro maggior preoccupazione sono i residui di pesticidi negli alimenti, la qualità e la freschezza dei cibi, il benessere degli animali allevati, la paura di malattie, la presenza di coloranti e per ultimo, l’uso di antibiotici ed ormoni nelle carni. Il risultato finale è comunque positivo ed indica una buona fiducia dei consumatori nel servizio sanitario e nelle informazioni. Alla relazione della dottoressa Bianchi sono seguite alcune domande delle socie Soroptimist. Eccone alcune:

D.: Comprando la carne da un macellaio di fiducia che macella in proprio, posso essere tranquilla che anche quel animale è stato controllato?

R.: Certamente, tutti gli animali macellati vengono analizzati prima di essere messi in commercio sia che si tratti di un grande allevamento sia di un piccolo. Rimangono solo fuori i piccoli allevamenti rurali destinati all’uso proprio.

D.: Si sente spesso parlare dei rischi della salmonellosi, alcuni consigliano di lavare le uova. E’ corretto?

R.: No, il guscio è per natura poroso ed il lavaggio permetterebbe il passaggio di un eventuale virus. Essendo le uova, provenienti dagli allevamenti, pulite non è il caso di farlo. Non esistendo però il “rischio zero”, è comunque consigliabile consumarle cotte. Si parla spesso di uova, ma ci sono alimenti decisamente più rischiosi, come ad esempio la selvaggina. Anche in questo caso il consiglio è di consumarla ben cotta. Se poi si amano i cibi crudi, tipo sushi, è opportuno procedere alla congelazione per almeno venti giorni in modo che eventuali parassiti muoiano.

D.: Nelle vostre analisi, trovate ancora “estrogeni” nelle carni?

R.: La responsabilità sull’uso di sostanze vietate è penale. Oggi raramente si trovano residui nelle analisi.

D.: I recenti casi di morte per la sindrome della “mucca pazza” suggeriscono che in Italia ci sia un sistema di controlli non uniformi oppure è dovuto essenzialmente al lungo periodo di incubazione della malattia?

R.: Proprio in seguito a quella malattia ed ai casi risalenti al 2001, si sono attivati controlli molto stringenti e seri, attraverso sia la “sorveglianza attiva” al momento del macello, sia con la “sorveglianza passiva” sugli animali morti in stalla. L’Italia ha un centro referente per tutto il territorio che ha sede a Torino e che ben opera a livello di coordinamento e controllo.  

La serata si è chiusa con la convinzione di essere ben tutelati dal servizio sanitario e che comprando italiano, sicuramente mangeremo ottimi prodotti sani e controllati. Le socie del Soroptimist hanno apprezzato la professionalità e la cortesia con cui la dottoressa Cinzia Bianchi ha svolto la relazione e sentitamente la ringraziano dandole appuntamento a presto 8c.s.)

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