Il salone del Museo etnografico era affollato nella serata di venerdì 21 agosto, per l’incontro con il giornalista Alberto Burzio (“Barba Bertu”). La serata è stata introdotta, dopo il saluto iniziale di Giorgia Mellano (responsabile del Museo), da Sergio Sodano di Sampeyre, che ha posto l’accento sul lavoro appassionato condotto da Burzio, che va a “scovare” le persone semplici, altrimenti destinate a restare nel dimenticatoio … “Un lavoro importante” ha sottolineato Sodano.
Checco Giraudo di Busca ha evidenziato che “nei cinque libri di “Barba Bertu” si colgono valori e buoni sentimenti che non scadono nel pietismo di maniera o in storie strappalacrime, tristi e malinconiche. Sono frammenti e periodi di vita di gente comune, molti di cui vivi ed attuali, raggiungibili da chiunque di noi. Persone coerenti con il proprio personalissimo modo di interpretare l’umana esistenza, ma sotto un profilo etico e morale che non accetta compromessi meschini”. Burzio ha posto l’accento sulla grande passione che lo anima, sulla sua “grande gioia nell’incontrare le persone semplici, che non raccontano mai storie banali.
E hanno un comune denominatore: sono donne ed uomini che, al di là delle scelte di vita che hanno fatto, non hanno sprecato le loro esistenze”. Numerosi gli aneddoti che Burzio ha snocciolato, in una serata piacevole.