Samuele Verra: nato a Cuneo nell'87, ama il suo mestiere, ama viaggiare e soprattutto ama le sfide che la vita gli propone.. a tal punto da lasciare la sua città per aprire una pizzeria in Tanzania!
Chi era Samuele prima di partire per l'Africa?
Un amante dei viaggi e della cucina!
Ho sempre amato viaggiare, fin da piccolo ero molto curioso e ho unito questa mia grande voglia di avventura alla passione nata poi con gli anni della ristorazione, perchè l'una mi permetteva di dedicarmi all'altra.
Il mestiere del cuoco, e nel mio caso del pizzaiolo, ti richiede grandi sacrifici, ti costringe a lavorare durante le festività, ad avere le ferie in periodi improbabili e ad orari pesanti, ma allo stesso tempo ti dona moltissimo.
Senza una grande passione ed un grande amore per la cucina, è difficile affrontare un lavoro del genere. Ma questo non è stato il mio caso: speravo da sempre di poter, un giorno, costruire qualcosa di mio, ma quello che era solo un sogno in un cassetto si è trasformato in una pizzeria.
Di certo mai avrei immaginato si potesse concretizzare in Tanzania, ma mi piace pensare che sia stata la vita a deciderlo per me.
Perchè la vita ti ha portato proprio in Tanzania?
Ho sempre avuto una curiosità particolare nei confronti dell'Africa, fino a quando, tre anni fa, mi è arrivata una proposta di lavoro, in un momento incredibilmente perfetto: avevo un buco di lavoro di un mese.
La proposta è stata quella di andare ad Iringa ad insegnare il mio mestiere di cuoco pizzaiolo ad una signora italiana che aveva aperto da poco una pizzeria, pur non essendo del mestiere.
Sono rimasto lì per due mesi e fin da subito mi sono trovato benissimo con le persone del posto, con il lo stile di vita locale, pur non parlando ancora lo Swahili.
Una volta tornato in Italia, e lavorato per l'intera stagione estiva, sono tornato ad Iringa per essere assunto dopo poco nella medesima pizzeria.
Dopo altri cinque mesi in Tanzania sono rientrato in Italia, per poi partire per la Corsica, dove ho potuto dedicarmi per altrettanti mesi alla stagione estiva.
Racimolati i soldi necessari lavorando duramente sull'isola, ho potuto intraprendere un terzo viaggio in Africa. Viaggio che direi, forse, l'ultimo.
Perchè è stato diverso questo terzo viaggio?
Inizialmente, esattamente come nei viaggi precedenti, non avevo alcuna idea di dove andare e di come fare per realizzare il mio sogno.
L'unica certezza era che per due settimane sarei statp ospite della comunità " Don Bosco" a Iringa.
In quel periodo mi sono dato da fare a cercare tramite conoscenze, amici e internet il modo di restare e navigando in rete mi sono imbattuto in un articolo dedicato agli italiani in Tanzania.
Un protagonista in particolare mi ha colpito: un signore anziano, proprietario di un hotel a Bagamoyo.
Mi sono messo in contatto con lui e con la moglie tanzaniana, che si è subito offerta di aiutarmi.
Con il suo aiuto, io ed Airin, mia socia e compagna, abbiamo potuto cercare un locale adatto al nostro progetto e se inizialmente è stato difficile, siamo riusciti nell'impresa. Ecco come è nato il "PizzaFresh": un ristorantino semiaperto con giardino in centro Bagamoyo, che nonostante prima fosse tutto rovinato, adesso, con i lavori che abbiamo fatto, ammetto che non è niente male.
Qual è il piatto forte?
La specialità che va per la maggiore è ovviamente la pizza, ma proponiamo anche piatti tipici della cucina italiana: come la pasta fatta in casa, le lasagne, le tagliatelle, i tortelloni e gli spaghetti.
La cucina italiana è apprezzata soprattutto dai turisti o dai "bianchi" che vivono qui perché i Tanzaniani preferiscono scegliere piatti tipici della loro tradizione.
Ecco perchè, infatti, a fianco della cucina italiana e delle pizze, ci dedichiamo anche alla preparazione di piatti squisitamente tanzaniani, come le patate, il pollo, la polenta e la carne di mucca.
La cucina italiana ha un suo costo, e per questo motivo non è proprio alla portata di tutti, siccome i prezzi dei prodotti che arrivano dall' Italia sono altissimi e la gamma molto limitata, motivo in più per cui ho deciso unire le due cucine in un solo ristorante italo-tanzaniano.
Nei prossimi mesi conto di aggiungere torte, gelati e dolci cucinati da me e qualche piatto in più di carne e pesce..
Cosa significa per te avere realizzato il tuo sogno in un posto così lontano da casa?
Fin dal primo viaggio ho visto nella Tanzania l' opportunità di poter avviare una mia attività facendo affidamento unicamente sulle mie forze, nè mutui nè debiti.
Ho fatto di tutto per realizzare questo mio sogno, maturato nel tempo, anche in risposta alle poche possibilità di lavoro autonomo che offre l'Italia.
Certo è che se sul piano economico non c'è paragone, ammetto che anche a livello umano la vita è molto meno stressante: i ritmi sono decisamente più tranquilli, le persone sono solari e ospitali e beh, la cultura è diversa, ma sempre sorprendente.
Per me vivere e realizzare il mio sogno qui è stato stupendo, mi ha reso davvero felice, certo con tutti i pro e contro che il vivere qui comporta.
Di cosa senti maggiormente la mancanza?
Come si può facilmente immaginare, sicuramente ciò di cui sento più la mancanza sono la famiglia e gli amici.
Ciò a cui mai avrei pensato invece, perlomeno non cinque anni fa, è la doccia.
Ebbene si, qui in Tanzania manca l' acqua.
Al ristorante, per esempio, ho dovuto fare un pozzo che con una pompa mi tira l' acqua in una tanica di 2000 litri che poi coi vari tubi va in cucina ed in bagno.
L'acqua qui si compra! Certo, ci sono dei pozzi per le strade dove si trova gratuitamente e qualche casa ha i rubinetti all'esterno, ma funzionanti solo ad intermittenza.
La stessa cosa vale per la luce, che manca almeno due giorni a settimana, tanto che, per il ristorante, ho dovuto acquistare un generatore.
Negli hotel si trova qualsiasi servizio e ci sono anche case ben attrezzate che però sono molto più costose.
Un domani, se l'attività me lo permetterà, non mi dispiacerebbe comprarmi una bella casa vicino al mare, per farne un bed&breakfast, e riuscire ad avere finalmente una doccia vera con cui sostituire le "secchiellate"!
Cuneo è esclusa dai tuoi progetti futuri?
Cuneo è una città unica, la mia casa, e lo sarà sempre.
Sono contento di essere cuneese e sempre felice di tornare dopo i miei viaggi, però ammetto che uscire dalla provincia, visitare e conoscere situazioni diverse in qualsiasi altra parte del mondo, sia la miglior scuola di vita che avrei potuto desiderare: ogni viaggio e ogni persona che incontro e conosco mi insegna qualcosa.
In oltre, a parte quattro mesi, in cui fa veramente troppo caldo, il resto dell'anno ci regala un clima fantastico e colori incredibili!
Qui a Bagamoyo ho la spiaggia a cinque minuti: una lunghissima spiaggia di sabbia bianca con sfumature di nero su cui ogni giorno si allestisce il mercato del pesce.
È un posto meraviglioso, che può dare molto e mi ha dato molto, seppur a volte sembra anche a me surreale: bisogna viverci per capirlo, perchè tutto è così diverso, tanto che a volte mi sembra di essere in un cartone animato...