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Politica | 23 gennaio 2016, 12:26

#controcorrente: quanti di noi sarebbero pronti a sacrificare, ora, la loro vita per mantenere viva la fiaccola della democrazia?

Il “Giorno della Memoria” può essere insufficiente a far sì che gli orrendi crimini del secolo scorso non accadano più, perché, purtroppo, si stanno ripetendo

#controcorrente: quanti di noi sarebbero pronti a sacrificare, ora, la loro vita per mantenere viva la fiaccola della democrazia?

La scrittrice britannica Evelyn Beatrice Hall, nella sua biografia su Voltaire del 1906, concentrò il pensiero del filosofo francese, morto nel 1778, in una frase straordinaria: “Disapprovo ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”. Parole che, tradotte in pratica, sottolineano la libertà per ogni persona, nel rispetto delle sensibilità altrui, di esprimere le proprie idee. Valore fondamentale e imprescindibile se si intende garantire il cammino di pace, giustizia e progresso di qualsiasi società democratica. Un’affermazione alquanto attuale, ripensando a quanto è stato buio il secolo scorso, con due guerre mondiali e gli orrendi crimini compiuti contro l’umanità intera. Ma anche rispetto a ciò che abbiamo vissuto e stiamo vivendo in questi primi anni del Duemila, attraverso gli imprevedibili e incontrollabili scontri diplomatici e, spesso, militari tra i Paesi, i barbari attentati terroristici frutto di menti fanatiche e le inarrestabili migrazioni di popoli il cui unico obiettivo è di vivere un futuro migliore.

In quelle semplici, intense e travolgenti parole attribuite a Voltaire, è racchiuso il messaggio nel quale si coglie la speranza di poter costruire un mondo basato sulla convivenza civile. Anche se continuano a suonare, ancora adesso, come un accorato grido di allarme proprio per i diritti dell’uomo, sempre e troppo, calpestati, violentati e derisi. Se quel pensiero fosse stato rispettato non avremmo dovuto fare i conti con la ferocia nazista, quella stalinista, la fascista e le tante altre dittature che hanno insanguinato e continuano a insanguinare molte aree del Pianeta.  Il “Giorno della Memoria”, istituito nel 2000 dal Parlamento italiano il 27 gennaio di ogni anno, giorno nel quale i soldati russi abbatterono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, con l’obiettivo di non dimenticare lo sterminio degli ebrei e degli oppositori politici e non solo di Hitler e Mussolini, impone di chiederci quanto siamo disposti a mantenere vivo il ricordo di quelle tremende nefandezze passando il testimone della memoria alle nuove generazioni. Perché quei crimini non succedano più. Mai più. In tutta Italia, ma soprattutto nella provincia di Cuneo, patria dell’Eroe Nazionale della Resistenza, Duccio Galimberti, si sono svolte e si svolgono anche quest’anno diverse iniziative. Sono sufficienti? Il prete partigiano, don Aldo Benevelli, sopravvissuto a quell’immane tragedia e impegnato da molto tempo a testimoniarne le mostruose atrocità, afferma: “La mente umana, spesso, si indigna subito. Poi, con il passare del tempo, tende ad abbassare la guardia e vive di vuoti e distrazioni, che rischiano di diventare pericolose omissioni”. Come a dire: con gli anni tutto si annebbia e, quasi, sparisce, diventando un qualcosa che ci riguarda sempre di meno.

Nella lotta contro le dittature - tutte le dittature - milioni di persone sono morte martiri, perché hanno sacrificato la loro vita per difendere la libertà. Sono state trucidate, violentate, ridotte al nulla, in quanto credevano fortemente nel diritto di ogni essere umano ad avere pari dignità e a poter esprimere il proprio pensiero. E milioni di uomini e donne, purtroppo, continuano a farlo anche adesso nelle tanti nazioni del mondo in cui pace, libertà e giustizia sono soffocate e ci sono tanti, troppi focolai di guerra, pronti a esplodere. Da un momento all’altro. Purtroppo la tragica storia del secolo scorso, con le sue terribili lezioni, non è bastata a far rinsavire la mente umana. Allora proviamo a chiederci quanti di noi saremmo disposti a pagare qualcosa di nostro se, disgraziatamente, quegli orrori dovessero di nuovo accadere. Quanti di noi saremmo pronti a morire perché un’altra persona possa esprimere la propria idea. In questa Italia, molte volte egoista e indifferente ai mali della società, quanti di noi saremmo pronti a difendere, ma non solo a parole, libertà e giustizia e a  sacrificare la vita per il prossimo. Come hanno fatto i martiri, tutti i martiri del secolo scorso e quelli dei giorni nostri che, versando il loro sangue, hanno donato e continuano a donarci la fiaccola della democrazia.

#controcorrente

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