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Politica | 05 febbraio 2016, 15:56

Caro sindaco Borgna: centro culturale islamico = centro di culto!

La replica di Vincenzo Colucci, portavoce Portavoce Fratelli d’Italia-AN per Cuneo, alle dichiarazioni di Borgna sul centro culturale islamico che aprirà in corso Gramsci

Caro sindaco Borgna: centro culturale islamico = centro di culto!

In risposta all’articolo del sindaco Federico Borgna sul nuovo “centro culturale islamico” di Cuneo, l’obiezione iniziale riguarda l’affermazione: “La prima precisazione da fare, in modo chiaro, è che un centro culturale è cosa ben diversa da una moschea, che è invece luogo di culto.”

Non riusciamo ad immaginare dove viva il nostro sindaco, dal momento che in Italia è noto a tutti che, tranne poche moschee ufficialmente riconosciute, i restanti centri di culto sono sinonimi di centri culturali. Infatti, è possibile consultare un elenco aggiornato, pur se incompleto nei riferimenti, (pubblicato dal sito internet “www.arab.it”) che riporta indifferentemente moschee e centri islamici presenti sul territorio italiano: 205 distribuiti su tutta la penisola, tra cui Cuneo, Via Fossano 30.

Di questi solo 10 sono registrati come moschee a tutte gli effetti, mentre i restanti hanno l’ambigua denominazione di “moschea-centro culturale”. Inoltre, ad un lungo “spiegone” incentrato sul concetto di integrazione, ribadiamo che integrazione non è tolleranza perché si tollera quello che non si sopporta. Integrazione è rispetto.

Non puoi rispettare l'altro se non lo conosci e non puoi essere rispettato se non ti fai conoscere, mantenendo la propria identità. Clamoroso l’episodio della visita del presidente iraniano che Renzi e il PD hanno pensato di accogliere mortificando la nostra cultura e, altrettanto grave, negando le responsabilità della scelta.

La linea di Fratelli d’Italia è di disponibilità all'accoglienza nelle forme e nei modi che consentono ai nostri cittadini di vivere bene. Disponibili all'accoglienza a patto che chiunque venga in Italia non abbia la presunzione di dirci come devono vestirsi le donne, se possiamo o meno appendere un crocifisso nelle aule delle nostre scuole, allestire un presepe e quant’altro: senza identità, rispetto reciproco e legalità non c'è integrazione!

Inoltre, le evidenze investigative e giudiziarie hanno individuato nelle moschee il luogo più frequente di base logistica o di transito, di indottrinamento, di arruolamento di combattenti della Jihad. Di qui la proposta di legge del centrodestra di istituire un albo nazionale delle moschee, per iscriversi al quale i centri di culto devono rispondere a requisiti stringenti. Le moschee dovranno presentare i documenti catastali, il piano economico-finanziario per la gestione, l’elenco degli eventuali finanziatori italiani ed esteri, una relazione contenente l’esposizione dei principi religiosi cui si ispira l’attività svolta all’interno della moschea, le materie e i principi di insegnamento nel caso alla moschea sia annessa una “madrasa” (scuola religiosa), o le generalità dell’Imam.

Inoltre la proposta prevede, all’articolo 6, che la prefettura “vigili sullo svolgimento delle attività compiute all’interno della moschea”. Gli Imam dovranno conoscere e parlare in italiano e dovranno condividere “i principi ispiratori del processo di integrazione delle comunità di immigrati di fede musulmana nella comunità nazionale italiana”, sintetizzati nella Carta sottoscritta nel 2005 dalle maggiori associazioni islamiche italiane, promossa dall’allora ministro di centrodestra Beppe Pisanu, allo scopo di favorire un armonico inserimento nella società italiana, nel rispetto dei principi della Costituzione e delle leggi della Repubblica.

Sul fenomeno immigrazione, poi, il TGoverno ha sempre negato, con il tipico buonismo di chi non è personalmente toccato dal problema, la possibilità di infiltrazioni terroristiche tra i clandestini che sbarcano sulle nostre coste. Dopo le nostre denunce, etichettate come razzismo, le conferme stanno arrivando a raffica tra cui quella di Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo: sui barconi, tra i rifugiati, si mimetizzano anche militanti dell’estremismo islamico.

Caro Sindaco, dovrebbe porre maggiore attenzione a quello che accade nel “Paese reale” e a livello internazionale senza cedere al buonismo ideologico. L’apertura di un centro culturale, oggi, significa centro di culto. Forse sarebbe opportuna una maggiore prudenza nell’aspettare regole nazionali più stringenti proprio ai fini della civile integrazione e della sicurezza dei suoi cittadini.      

Vincenzo Colucci, Portavoce Fratelli d’Italia-AN, Cuneo

cs

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