Il mese che è appena iniziato consentirà, nel bene o nel male, di riscrivere la storia della stazione sciistica di Lurisia: se si tratti di una stesura con l'happy ending, ancora non è dato saperlo, purtroppo. La località termale, infatti, sta vivendo ore d'angoscia per ciò che concerne il futuro dei suoi impianti di risalita, la cui vita tecnica scadrà proprio in questa stagione.
Fin qui nulla di strano, se non fosse che lo scorso inverno essi sono rimasti chiusi, in seguito al fallimento della cabinovia e all'entrata in scena del curatore fallimentare. L'ultimo gestore in ordine cronologico è stata la "New Wind" di Emilio Volgarino, che ha garantito il loro funzionamento per due annate consecutive (2013-2014 e 2014-2015). Poi, a partire dal 2015, il nulla, il buio più totale.
Adesso, sul futuro della stazione, grava una minacciosa spada di Damocle, rappresentata dalle scadenze burocratiche: servono 100mila euro per eseguire i lavori di manutenzione e scongiurare il rischio, ad oggi tutt'altro che poco concreto, di uno smantellamento prematuro, che contribuirebbe a cancellare con un colpo di spugna una storia decennale.
Sarebbe inoltre una beffa atroce, in quanto il potenziale gestore è già stato individuato, come ha spiegato il sindaco di Roccaforte Mondovì, Paolo Bongiovanni: "Abbiamo virtualmente recuperato una cifra compresa fra i 60 e i 70mila euro - ha dichiarato -, proveniente da una cordata di privati, che andrebbe a rilevare il tutto, e dalle attività ricettive. Se riuscissimo ad aprire, ecco che il gestore potrebbe presentare la documentazione ufficiale per richiedere una proroga sulla revisione, che gli permetterebbe di eseguire l'opera manutentiva in primavera, prolungando di due lustri la vita tecnica".
Mancherebbero dunque all'incirca 30mila euro per raggiungere il totale stabilito, ma questo non è l'unico problema da risolvere: "Le tempistiche sono strettissime - ha proseguito il primo cittadino - e l'inverno è ormai alle porte. Stiamo tentando di accelerare, anche perché non dobbiamo dimenticarci che i tempi burocratici per ottenere le autorizzazioni dal Tribunale e per stipulare eventuali contratti con il fornitore di energia elettrica sono tutt'altro che esili. In più, dobbiamo anche individuare un nuovo gestore per la baita del Monte Pigna, che deve essere aperta e garantire continuità operativa agli utenti delle nostre piste".
Se tutte le tessere di questo intricato mosaico non dovessero incastrarsi correttamente, la soluzione sarebbe una sola: "Dovremmo smantellare tutto - ha chiosato Bongiovanni - e questo significherebbe perdere per sempre una stazione storica come Lurisia. Rifare totalmente gli impianti? Tenderei ad escludere quest'ipotesi, sarebbe praticamente impossibile".