Del volenteroso componimento del giovine Davide Dalmasso (leggi qui) sbigottisce l’affermazione “sono particolarmente fiero di avere contribuito, come assessore, ai risultati raggiunti da questa amministrazione comunale, che ha trasformato radicalmente la nostra città rendendola più vivibile ed attrattiva, come è universalmente riconosciuto”.
Ora, siccome è noto che chi sottoscrive ha trascorso un quarto di secolo, eletto mai nominato, ad amministrare la nostra città, corre l’obbligo di sottolineare come Cuneo sia sempre stata molto più che vivibile, non tanto e non solo per merito di chi l’ha amministrata negli anni, ma grazie alla sua comunità.
E veniamo “ all’universale”, suggerirei a chi l’ho afferma, prima di cantare vittoria di leggere “la spirale del silenzio” un libro scritto negli anni settanta da Elisabeth Noelle Neumann, sociologa tedesca, che studiando gli allora mezzi di comunicazione poneva in evidenza come chi la pensa diversamente dalla presunta maggioranza tenda a non dirlo, ma quando deve decidere lo faccia liberamente, e ci mancherebbe altro!
Sembra che l’offerta di pretendenti alla carica di Sindaco sia amplia, quindi piano con gli universali e occhio ai diluvi.
Quanto alle affermazioni su Giuseppe Menardi, essendo in allora presenti sui banchi del consiglio, peraltro in compagnia di Gianmaria Dalmasso, padre di Davide, ed ottimo Assessore della giunta guidata da Menardi, cosa dire: correva il 1990 e Menardi divenne il più giovane sindaco della città, non fu estratto a sorte, lo scegliemmo in relazione al suo consenso personale, a quello del suo partito ed alle sue capacità e competenze personali, si chiama democrazia.
Quanto all’esilio in parlamento, qui siamo “alla volpe e l’uva”, alzi la mano chi di noi non vorrebbe rappresentare il proprio paese, se non ricordo male anche l’amico Gianmaria fu candidato nel partito liberale.
Beppe Menardi venne eletto per la prima volta nel 2001, nel collegio di Cuneo con l’uninominale ( Mattarelum) e ottenne la maggioranza dagli elettori.
Conclusione: Il rispetto delle regole esige innanzitutto la conoscenza delle regole.
Ci sono canoni, scritti e non, e consigli strategici non meno importanti, ma l’unica regola che vale in politica è il “consenso”.
Pier Carlo Malvolti
In Breve
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