Di forma tonda concava a scodella ricorda un nido che raccoglie e che offre, in realtà sono le mani dell'autrice dipinte di nero. I segni di luce di colore bianco sono anche confini, dividono l'ignoto dal conosciuto. Soprattutto sono canali di energia che danno una caratteristica più forte e mistica all'opera. La sua particolarità: è stata realizzata in modo che possa anche essere rovesciata, diventando un igloo. Il suo nome è “Light Signs”, l'opera dell'artista italo-senegalese Maimouna (Patrizia Guerresi) presentata venerdì 19 maggio presso lo Spazio Incontri della Fondazione Crc di Cuneo. Esposta per un anno presso gli spazi della Reggia di Venaria Reale, è arrivata a Cuneo, ed visibile a tutti gratuitamente fino a fine anno nel cortile interno dell'Istituto.
L'arrivo dell'installazione sarà il primo di una serie di eventi artistico culturali di grande rilievo sull'arte italiana ed internazionale, moderna e contemporanea che la Fondazione Crc sta organizzando per il suo 25° anno di Fondazione.
Ad introdurre la presentazione dell'opera il presidente della Fondazione Crc Giandomenico Genta: “Ho avuto l'opportunità di ammirarla una ventina di volte alla Reggia di Venaria. La Nostra è una delle più grandi Fondazioni bancarie italiane e abbiamo un grande patrimonio ed una grande passione per l'arte. Siamo convinti che l'arte e la cultura facciano crescere e contaminino la nostra realtà. Ricordo quando andavo all'asilo, mi dicevano metti le mani a scodellina, proprio come l'opera oggi presentata”.
“La luminosità candida delle pittura biancastra ricordano il latte che uso molto, segno anche di purificazione, dove nell'Islam viene offerto come benedizione materna- spiega Maimouna autrice di “Light Signs”-. Ringrazio il presidente della Fondazione Crc per aver esposto l'opera, dagli spazi della Venaria, qui vive meglio. Poi vista dall'alto assume un altro aspetto”
L'opera è stata prima realizzata in resina, poi per problemi di trasporto la scelta è caduta sul bronzo, materiale che dura nel tempo e da maggiore garanzia per la conservazione, nonché per la sua nobiltà e bellezza, con questa idea dell'eternità.
L'autrice Patrizia Guerresi, nata a Pove del Grappa nel 1951, è fotografa, scultrice, autrice di diversi video e installazioni, racconta il disagio e la bellezza della diversità rappresentando una simbiosi mistica tra corpo, natura e mito. L'artista si è convertita nel 1989 alla religione musulmana Murid ( corrente mistica sufica praticata soprattutto in Senegal) prendendo il nome di Maimouna.
Conclude l'artista: “Il mio nome “Maimouna” l'ho acquisito dalla famiglia Sufi alla quale appartengo. Mi sembrava giusto e vuole dire: la donna che porta bene. Penso di essere l'unica italiana entrata a Gedda, in Arabia Saudita, per presentare un'opera, nei sacri templi. Il mio obiettivo è di attraversare le culture come in Malesia e Marocco, dove ho collezioni, in India, in America e nei luoghi più difficili”
In Breve
martedì 14 maggio