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Al Direttore | 22 maggio 2017, 15:07

"Questo non è un consiglio ma una proposta": la lettera di un 21enne sul "caso" Roata Canale

Ci ha scritto questo studente, coetaneo dei ragazzi che hanno affisso il famigerato volantino nella notte tra il 24 e il 25 aprile. La sua proposta è un invito a guardare con i propri occhi

"Questo non è un consiglio ma una proposta": la lettera di un 21enne sul "caso" Roata Canale

Gentili lettori,

avrei il piacere di condividere una “ proposta ” in merito alla tanto discussa (e commentata sui social) vicenda di Roata Canale.

Ora che gli autori del famoso volantino sono stati individuati, sembra che la storia abbia raggiunto il suo “lieto fine!”. Credo, però, che il vero colpevole non sia stato identificato. A mio avviso, il vero responsabile di questa vicenda è stata la GENERALIZZAZIONE: si è assistito alla “generalizzazione” da parte degli autori dei volantini quando si è utilizzato il termine “NEG*i” per fare riferimento ai 24 richiedenti asilo; si è assistito ad una “generalizzazione ” da parte del medico di Cuneo (che è stato un esempio da imitare per la sua coraggiosa “resistenza 2.0”) quando ha inizialmente fatto riferimento “agli abitanti della frazione cuneese” in riferimento “agli autori del gesto”!

Il secondo colpevole di questa vicenda è, forse, l’educazione, intesa proprio come sistema educativo. Scoprire che siano stati dei miei coetanei, dei giovani, ad avere scritto quei volantini è, forse, un sintomo che va monitorato con attenzione. Sì, perché sovente nel nostro percorso educativo “lo straniero” ci viene presentato come il “NON - diverso” quando, invece, il termine corretto potrebbe essere “l’UGUALE nella diversità”.

Non siamo infatti TUTTI accomunati dalla ricerca della felicità, e di una felicità maggiore per i nostri figli? Oltre ai volantini (ed i loro autori) ed il medico, in questa vicenda c’è poi un terzo personaggio - protagonista, ovvero la Diocesi di Cuneo.

Ebbene, ecco il nome ed il cognome della proposta a cui accennavo poco fa: “Con i Miei occhi”. Infatti, la Pastorale giovanile diocesana e la Caritas Cuneo stanno organizzando un viaggio per vedere e conoscere, con i propri occhi, le realtà di prima accoglienza che operano in Sicilia. Un'opportunità per conoscere storie, incontrare persone in cammino, conoscere meglio il fenomeno migratorio e le dinamiche dell'accoglienza. Invece di “denunciare gli autori dei volantini per aver propagandato idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale ed etnico”, andando quindi a “generalizzare” (con una improduttiva multa) nuovamente questa delicata vicenda, non sarebbe più utile proporre a questi giovani un’esperienza di valore particolare e formativo come l’evento “Con i Miei occhi”?

Concludo con una frase ed una sfida. La frase è di Eric Hoffer: “Siamo più predisposti a GENERALIZZARE il male che il bene. Partiamo dal presupposto che sia più potente e contagioso!”... la sfida: si riuscirà a trasformare questa delicata tematica dell’ immigrazione, delle diversità culturali, in una vicenda in cui potremmo essere in grado di GENERARE del bene, invece di generalizzare il male? Grazie.

Lettera firmata  

rg

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