A dicembre, con le festività legate al Natale, si stima una spesa delle famiglie per prodotti alimentari di 14,6 miliardi di euro, il 24,7% in più della media degli altri 11 mesi, di cui il 42,6%, pari a 6,2 miliardi, per prodotti offerti anche da imprese artigiane.
Nel 2017 cala dello 0,8% il volume delle vendite al dettaglio di prodotti alimentari dopo che per due anni si è interrotta una serie negativa di otto anni. Nell’ultimo anno l’occupazione nel comparto cresce dell’1,4%, superiore al manifatturiero (+0,5%). Dal 2009 al 2017 100.575 occupati in più (+25,7%). Nel settore dell’alimentare e bevande lavorano in imprese artigiane 155.054 addetti, pari a 36,2% del totale.
Nel primo semestre del 2017 il food made in Italy registra, focalizzandoci sulle regioni con la maggior quota di export nel settore, un maggior dinamismo in Lombardia (+11,0%), Emilia Romagna (+7,2%) e il Piemonte con +6,6% si guadagna il terzo posto. A livello provinciale si registra che in 14 province si ha una propensione all’export del settore più che doppia rispetto alla media nazionale (2,21%): al primo posto Cuneo (13,98%), al quarto posto Asti (7,39%), all’undicesimo Vercelli (5,07%), seguono Alessandria (4,84%) e Novara (4,93%), mentre Torino con 1,45% e Verbano-Cusio-Ossola con 1,43% e Biella con 0,23% si posizionano al di sotto della media nazionale. I tre quarti (74,0%) dell’export delle bevande è costituito da vini di uve, di cui l’Italia è il secondo esportatore europeo dopo la Francia.
La regione con la più alta propensione all’export di vini di uve è il Veneto con l’export che vale l’1,32% del PIL regionale mentre il Piemonte con lo 0,72% si colloca al quarto posto della classifica regionale. Al 30 settembre 2016 l’artigianato alimentare conta 90.055 imprese e diminuisce (-0,8%) ma meno dell’artigianato totale (-1,2%).
Nel lungo periodo (2012-2017) l’artigianato alimentare mostra una tenuta +0,1% rispetto al forte calo -8,0% del totale artigianato. Tra le maggiori regioni nell’ultimo anno osserviamo una crescita delle imprese artigiane in Liguria (+0,8%) mentre il Piemonte con -1,3% si posiziona al dodicesimo posto della classifica regionale.
Le 6.664 imprese alimentari registrate al terzo trimestre del 2017 in Piemonte sono così suddivise: 3.230 pasticcerie, panifici e gelaterie; 2.348 servizi di ristorazione: cibi da asporto; 297 pastifici; 230 lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne; 93 industria lattiero-casearia; 121 tè, caffè, cacao e derivati; 90 birrerie, vini, distillerie e altre bevande; 37 lavorazione e conservazione di frutta, ortaggi e pesce; 4 produzione di oli e grassi vegetali e animali; 65 lavorazione delle granaglie e produzione di amidi; 148 altri prodotti alimentari.
L’Italia è al primo posto in UE con 294 prodotti agroalimentari di qualità tra DOP, IGP, e STG. Nell’ultimo anno l’Italia presenta sei nuovi prodotti di qualità tra cui i Vitelloni piemontesi della coscia. Sono 5.047 i prodotti agroalimentari tradizionali censiti e caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo con un aumento di 82 in un anno; la regione che ne conta di più è la Campania con 515 prodotti, mentre il Piemonte con 338 si posiziona al sesto posto della classifica regionale.
“Se il nostro cibo va forte sulle tavole di tutto il mondo - sottolinea Anna Maria Sepertino, Presidente Federazione regionale Confartigianato Alimentazione - il merito è anche delle 6.664 aziende artigiane del settore. Un patrimonio economico e di tradizione culturale che va costantemente difeso e valorizzato.”