Mentre manca ormai meno di un mese al via della stagione di raccolta – il prossimo 21 settembre – il Centro Nazionale Studi Tartufi di Alba si prepara a una nuova annata fresco del rinnovo avvenuto ai propri vertici nel luglio scorso, con la conferma alla guida dell’uscente Antonio Degiacomi, chiamato a guidare anche per il prossimo triennio l’associazione nata nel 2000 per la promozione di un’eccellenza che porta il nome di Alba nel mondo.
La conferma alla sua presidenza dell’ex assessore albese (nella prima giunta Marello, 2009-2014) e già presidente dell’Ente Fiera Internazionale Tartufo Bianco d’Alba (2010-2014), è arrivata per volere di una compagine sociale nella quale il Comune di Alba – da giugno guidato da una compagine di centrodestra – rappresenta il maggior azionista, affiancato da altre 12 amministrazioni comunali (le cuneesi Vezza d’Alba, Montà, Roddi, Grinzane Cavour, Mondovì, Ceva e Scagnello; le astigiane Montechiaro, Montiglio Monferrato e Mombercelli; le alessandrine Acqui Terme e Murisengo) e da una platea di altre associazioni ed enti tra le quali un ruolo primario rivestono l’Unione delle Associazione dei Trifolao, insieme all’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, all’Associazione Commercianti Albesi, alla Camera di Commercio di Cuneo e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
UN IMPEGNO IN 7 PUNTI
Tra i suoi primi provvedimenti, i rinnovati vertici dell’ente hanno approvato un documento in 7 punti che rappresenta in qualche modo la piattaforma programmatica con la quale l’ente intende confrontarsi coi vari soggetti della filiera su temi quali l’ampliamento della produzione del Tuber Magnatum Pico, la conservazione e il potenziamento del patrimonio boschivo necessario alla sua proliferazione, la tutela della denominazione Bianco d’Alba e la predisposizione di percorsi di qualità a tutela del consumatore, l’impulso alla ricerca scientifica, la promozione dell’alta cucina legata all’utilizzo di questo pregiato ingrediente e la promozione di una cultura del tartufo che coinvolga innanzitutto i "trifolao".
INCONTRI COI TRIFOLAO
Proprio ai cercatori e in particolare alle loro associazioni è rivolto un incontro che, dopo analoga iniziativa tenuta nel giugno scorso a Mondovì, il Centro Studi in questa direzione ha organizzato per il prossimo 12 settembre ad Asti.
"Parleremo del riconoscimento Unesco – spiega il presidente – e specificatamente del ruolo da protagonisti che i 'trifolao' devono sapere assumere nella promozione del nostro splendido territorio in quanto detentori di saperi e pratiche uniche, di un insieme di valori che dobbiamo saper difendere, fare conoscere e tramandare".
NUOVA NORMATIVA FERMA IN PARLAMENTO
Intanto la crisi di governo in queste ore nelle mani del Presidente Mattarella ha messo la sordina sull’ultima proposta normativa in tema di tartufi. Si tratta del disegno di legge presentato nel giugno scorso dal senatore cerverese Giorgio Maria Bergesio (leggi qui), primo firmatario di "una proposta che – rileva Degiacomi – recepisce molti punti del piano di settore nazionale approvato l’anno scorso dalla Conferenza Stato-Regioni, con punti di interesse riguardanti ad esempio la programmazione del settore, la predisposizione di un calendario unificato per la raccolta, la ricerca notturna". La misura attende però di iniziare l’esame della Commissione Agricoltura del Senato, mai partito anche in ragione della crisi di governo in corso,, mentre la quasi certa caduta – mentre scriviamo – del governo Lega-M5S non depone a favore di una sua rapida discussione. "Vedremo che sviluppi avrà", commenta il presidente.
CHE ANNATA SARA’?
Doverosa, in vista del via alle operazioni di raccolta, una previsione sull’annata che ci attende. "E’ sempre difficile esprimersi in questo senso – conclude Degiacomi –. Come è noto la stagione risente in modo determinante dell’andamento climatico. Dopo una primavera particolarmente piovosa abbiamo avuto un luglio caratterizzato da temporali abbondanti, e precipitazioni di una certa intensità anche in agosto. Tutto porta a pensare che quella alle porte possa essere una buona annata, quantomeno sotto il profilo della quantità, ma la stagione è ancora lunga ed è bene attendere ancora prima di spingersi a fare pronostici".
L’auspicio, insomma, è che – dopo i picchi di un 2017 particolarmente siccitoso, con quotazioni arrivate a superare i 700 euro all’etto – si replichi l’ottima annata del passato autunno, con raccolti abbondanti e pezzature più piccole scese a ben più abbordabili quotazioni, sino a 250-270 euro l’etto.



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