Egregio Direttore,
ho letto la lettera "Seconde case sotto sequestro", pubblicata ieri, che riassume perfettamente uno dei punti più controversi delle restrizioni per l'emergenza Coronavirus.
In questi giorni molti nostri soci di tutto il Piemonte ci hanno chiesto un intervento per risolvere il problema dell’accesso alle seconde case, ancora bloccato nella nostra Regione. Come tutti sanno la stragrande maggioranza di queste abitazioni sono vecchie case di famiglia in borgate altrimenti disabitate e che necessitano, soprattutto in questo periodo, di manutenzione e cura. Attorno a queste case ci sono piccoli appezzamenti di terra per un orto, qualche fiore e qualche albero da frutto.
A curare e mantenere questi appezzamenti sono quasi sempre pensionati, che svolgono un importante ruolo ecologico e, nel frattempo, prevengono malattie degenerative con una sana occupazione all’aria aperta (i virologi ci ricordano che i virus si combattono anche con una vita sana, all’aperto, a contatto con le bellezze della natura).
Quale problema creano alla collettività poche persone che passano la giornata da soli, senza incontrare pressoché nessuno? Nel frattempo, il veder riaprire le case e curare i giardini diventa un elemento positivo per i pochi sopravvissuti nei nostri paesi, dove anche la speranza per il futuro sta venendo meno.
Certamente l’uso delle seconde case per festini o incontri va assolutamente impedito; si parla qui di manutenzione di queste abitazioni e soprattutto delle aree verdi che le circondano. E’ già tardi per i lavori in campagna, ma se questi verranno ancora impediti per lungo tempo sarà la fine per centinaia di queste strutture, e forse anche per chi non le può lavorare e entrerà in depressione.
Pro Natura Piemonte ha scritto al Preside Cirio chiedendo, con urgenza, la revoca della norma. Speriamo di essere ascoltati.
Domenico Sanino
vice presidente Pro Natura Piemonte