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Sanità | 31 agosto 2020, 15:05

A Cuneo protestano i dipendenti della Sanità privata: "eroi" nei mesi bui del Covid, attendono il rinnovo del contratto da 14 anni

Il presidio, indetto dalle segreterie provinciali FP CGIL – CISL FP – UIL FPL di Cuneo, si è svolto oggi 31 agosto davanti all'ospedale Santa Croce

A Cuneo protestano i dipendenti della Sanità privata: "eroi" nei mesi bui del Covid, attendono il rinnovo del contratto da 14 anni

Sono i dipendenti della Sanità privata. Quella che, per buona porzione dell'attività, lavora in convenzione con quella pubblica. 

I suoi lavoratori, quelli delle cliniche private, delle RSA, anche loro "eroi" durante l'emergenza Covid, attendono il rinnovo del contratto da 14 anni. Nelle scorse settimane sembrava che l'accordo fosse raggiunto. Ma non è mai stato perfezionato. Da qui le proteste e i presidi, indetti anche a Cuneo dai sindacati FP CGIL – CISL FP – UIL FPL.

Oggi 31 agosto, dalle 13 alle 15, c'è stata una mobilitazione davanti all'ospedale di Cuneo, in via Michele Coppino. Una location non casuale, perché si chiede anche alla Regione e alle aziende sanitarie pubbliche di prendere una posizione in merito. La richiesta è semplice: "Basta con i finanziamenti alle aziende della Sanità privata che negano il diritto al rinnovo del contratto nazionale del settore".

Tradotto in soldoni, un operatore socio sanitario (OSS) del privato ha uno stipnedio mensile di circa 250 inferiore rispetto ad un suo omologo dipendente pubblico, come evidenzia Alfio Arcidiacono della CGIL. Il rinnovo del contratto andrebbe a colmare questa distanza.

Le iniziative locali culmineranno con lo Sciopero Nazionale del personale proclamato per l’intera giornata di mercoledì 16 settembre.

 In provincia di Cuneo lavorano nel settore della sanità privata oltre 1.000 dipendenti, in aziende importanti quali: Amos,  Casa di Cura Città di Bra, Clinica San Michele di Bra, la Casa di Cura Monteserrat, Orizzonte Speranza di Boves, Centro di Riabilitazione Ferrero di Alba e Robilante.

I sindacati sottolineano "la mancata sottoscrizione definitiva, da parte delle controparti, ovvero Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata) e Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari), della preintesa raggiunta il 10 giugno scorso sul rinnovo del contratto. Dopo 3 anni di trattative e 14 anni di assenza di rinnovo contrattuale, si era giunti alla sottoscrizione di un testo di contratto collettivo nazionale condiviso dalle delegazioni trattanti, datoriali e sindacali. Smentendo loro stesse, Aris e Aiop hanno successivamente sostenuto non esserci le condizioni sufficienti per sottoscrivere in via definitiva il contratto, venendo meno agli impegni sottoscritti e ponendo i lavoratori in una condizione di incertezza e privazione di riconoscimenti economici; un passo indietro, vile e vergognoso, nonostante ci fossero alla base del rinnovo garanzie istituzionale, confermate sia dal livello nazionale, il Ministero della Salute, che dai livelli regionali, dalla Conferenza delle Regioni alle singole Regioni stesse. 
Il comportamento delle controparti appare ancora più vergognoso se si pensa che, ancora una volta, le professioniste e i professionisti della sanità privata hanno operato, unitamente ai colleghi della sanità pubblica, per far fronte alla grave emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 con la stessa professionalità e impegno ma senza gli stessi diritti ad un riconoscimento economico uguale".


bsimonelli

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