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Attualità | 29 marzo 2021, 22:12

“Serve il biodigestore a Borgo? No. E allora perché andare a crearci dei problemi?”

Lunedì sera una videoconferenza organizzata dal Comitato No Biodigestore guidato dalla parlamentare Gribaudo: “Non possiamo diventare ricettacolo dei rifiuti”. Il consigliere Fantino: “I borgarini sono preoccupati. La stragrande maggioranza di loro è contraria”

Rendering del biodigestore a Borgo San Dalmazzo

Rendering del biodigestore a Borgo San Dalmazzo

 

“Troppi annunci e non sostanza”. La parlamentare cuneese Chiara Gribaudo ha attaccato l'allegato Green News che è stato recapitato insieme al giornalino amministrativo ai cittadini di Cuneo in difesa della scelta del biodigestore (scaricalo QUI).

È stata lei a guidare la videoconferenza su Meet, organizzata la sera di lunedì 29 marzo dal Comitato STOP al biodigestore.

Una cinquantina le persone collegate.

“Giocare con 14milioni di soldi dei cittadini non mi sta bene – ha dichiarato Chiara Gribaudo -. Chi fa l'amministratore pubblico ha il dovere di spiegare una scelta che non era nel programma elettorale né di Borgo e né di Cuneo. Serve questo impianto? A questa domanda non ho ancora avuto risposta. Abbiamo assistito ad una discussione troppo ovattata e superficiale. Non possiamo diventare ricettacolo dei rifiuti, ci sovraccarichiamo e non avremo né un ritorno economico né ambientale. Continuo ad avere molti dubbi che nessuno mi ha mai chiarito. Viva la trasparenza. Borgo San Dalmazzo ha già dato molto. Il tema dei cattivi odori e del sovraccarico di camion va chiarita seriamente”.

La sindaca di Roccavione Germana Avena: “Pensavo non fosse necessario trovarsi ancora a parlare di biodigestore. Parto da una domanda. Nel nostro territorio abbiamo un problema di gestione dell'organico? No. Abbiamo un ciclo dei rifiuti che si chiude con l'inceneritore della Buzzi. Se non c'è necessità, perchè dobbiamo intraprendere questa strada?

Secondo quesito. Acsr è un'azienda pubblica in house che deve lavorare principalmente per i suoi soci (i 54 comuni) e solo eccezionalmente (20% del valore) può lavorare per altri. Questo è scritto nello statuto. Se noi abbiamo 10mila tonnellate all'anno e tutta quanta la Provincia ne ha 25mila, come facciamo a rispettare la legge Madia?

La Regione dice che questi impianti sono materia regionale, come facciamo a decidere noi?

Si giustifica il biodigestore con la scusa dell'ottimizzazione del ciclo dei rifiuti. Si cerca un escamotage per gonfiare il bilancio dell'Acsr ed arrivare a raccogliere l'organico di tutta la provincia.

Non abbiamo il problema, perché crearcelo?

Come amministratore mi sto veramente agitando perché tutta la materia dei rifiuti sta lievitando a livello di costi e parliamo di costi tutti a carico dei cittadini”.

Franco Dini del comitato No al Biodigestore: “Tre ragioni per il no. No al luogo, no alle dimensioni e no perché Borgo non è baricentrica rispetto alla provincia Granda. Il compost, attualmente regalato, passerebbe da 5.500 a 11.000 tonnellate (da 54 comuni a 247 comuni). Come si può pensare di gestire questi numeri se non con un nuovo impianto? Non è nè un'integrazione, né un'ottimizzazione.

Il termine biodigestore inoltre confonde e semplifica: la digestione anaerobica è un processo complesso. Ci sono 12 strutture e 12 passaggi.

L'Isde, associazione di Medici per l'Ambiente, sul tema FORSU (frazione organica dei rifiuti organici) chiede di rispettare il principio di sostenibilità ambientale, il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, oltre che privilegiare l'autocompostaggio domestico con veri incentivi. Tutto questo non è stato fatto.

Acsr parla di un'espansione di 2.400 metri quadri, ma non sono considerati i percorsi dei camion, spazi per la manovra e il piazzale per i camion. Non esiste ad oggi nessuna planimetria che spieghi le dimensioni delle strutture produttive. Servono in realtà 5mila metri quadri.

Paragonare Borgo con l'impianto di Faedo (in provincia di Trento) è infine un autogol. Quel biodigestore è in una località (Cadino) con 43 abitanti, lontana 1 km dall'impianto e Faedo conta 642 abitanti ed è lontanto 9 km. Cosa c'entra con Borgo?”


Il consigliere comunale Mauro Fantino, dimessosi a fine dicembre 2019 dalla carica di assessore proprio in polemica con il biodigestore: “Non posso camminare per Borgo perché sono fermato continuamente dai cittadini che vogliono sapere a che punto è la situazione. I borgarini sono preoccupati. La stragrande maggioranza di loro è contraria. Così come i cittadini di Vignolo, Cervasca e anche in frazione San Rocco Castagnaretta di Cuneo. Sono preoccupati perché hanno memoria storica di quanto è avvenuto a Borgo: una convivenza con la discarica che ha portato tantissimi problemi, dall'inquinamento delle falde ai cattivi odori. Tutto accompagnato da false promesse di avere una tecnologia all'avanguardia e una diminuzione della tassa rifiuti.

Il giornaletto recapitato in questi giorni ai cittadini non riporta firme. Perché? Non si vuole il confronto. Io ho vissuto drammaticamente questa vicenda sulla mia pelle. Ad agosto 2019 siamo venuti a conoscenza della volontà di fare un biodigestore. Il 30 settembre era già un programma di fattibilità. Non c'è mai stato confronto su questo tema.

È sempre mancata un'informazione seria e credibile; si è andato avanti per imporre queste cose. Per questo motivo mi sono dimesso.

Nel 2017, quando mi sono presentato con Beretta alle elezioni, nessuno aveva mai parlato di biodigestore. Se ci fosse stato non mi sarei candidato.

Sono ben 14 mesi che il sindaco Beretta non convoca una riunione di maggioranza. A Borgo è tutto fermo. Ferma la sistemazione del centro storico, fermo l'adeguamento sismico nelle scuole, fermi i lavori alla caserma Mario Fiore. Perché la Giunta non pensa a questi problemi?”

cristina mazzariello

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