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Politica | 08 aprile 2021, 08:00

Giovani e politica nel saluzzese: l'esperienza di Andrea Vassallo

Liberalismo, istruzione, sanità, coinvolgimento propositivo: le parole-chiave di "Saluzzo in Azione"

Andrea Vassallo e Carlo Calenda a Cuneo, in occasione della presentazione del suo ultimo libro "I mostri e come sconfiggerli"

Andrea Vassallo e Carlo Calenda a Cuneo, in occasione della presentazione del suo ultimo libro "I mostri e come sconfiggerli"

24%. È la quota di giovani tra i 14 e i 34 anni che nel 2019, secondo il rapporto Istat, partecipano attivamente alla politica, mediante cortei, comizi, dibattiti, attività gratuite per un partito politico o suo supporto finanziario.

Dedichiamo al tema una serie di interviste, volte a descrivere, attraverso le voci variegate di alcuni giovani, la situazione nel territorio saluzzese. 

Andrea Vassallo, classe 1998, racconta la sua esperienza in qualità di referente di “Saluzzo in Azione”, uno dei nove gruppi del partito fondato da Carlo Calenda nel novembre 2019 presenti in provincia di Cuneo. 

Il suo rapporto con il mondo della politica risale agli anni del liceo, quando è stato vicepresidente della consulta provinciale degli studenti di Cuneo. Qual è la causa e, penso, al tempo stesso anche la finalità che le ha suscitato questo interesse?

"La mia passione per la politica risale ai tempi delle medie. Ricordo la mia curiosità per i manifestanti che all’uscita da scuola distribuivano volantini e per il libro di storia contemporanea, che mi ha aperto alla conoscenza delle vicende del ‘900.

Da lì ho iniziato ad informarmi e a partecipare ai primi dibattiti. Poi sono arrivati gli anni del liceo, di cui serbo un ricordo bellissimo perché mi hanno permesso di comprendere veramente che cosa sia la rappresentanza studentesca e quanto i problemi legati all’edilizia scolastica fossero diffusi in tutta la provincia Granda. 

Il proposito che sosteneva la mia candidatura era la realizzazione dei cantieri all’interno della scuola Soleri-Bertoni: è stato molto bello poter vedere, nell’anno della mia maturità, il risultato finale realizzato".

Nel 2019 ha preso parte alla campagna elettorale per le elezioni comunali di Saluzzo, schierandosi nella lista “SiAmo Saluzzo” a sostegno del candidato sindaco Alessandra Piano. C’è qualcosa degli ideali che la muovevano all’epoca che si lega con la sua recente adesione al partito Azione?

"Io vedo un filo conduttore tra le due cose: il territorio, così come il liberalismo e la cultura popolare. "Saluzzo in Azione" ha uno sguardo pragmatico e concreto sul saluzzese, proprio come è stata "SiAmo Saluzzo", lista civica cattolico-liberale che oggi è rappresentata dal consigliere comunale Carlo Savio".

“Liberalismo” è parola-chiave per descrivere l’ideologia di Azione. Che cosa significa per lei auto-definirsi “liberale”? 

"Per me il liberalismo è la difesa della libertà e dello stato liberale. Uno dei valori più importanti insieme alla democrazia è quello della libertà di esprimersi e di scegliere il proprio percorso personale. Un momento profondo di analisi della cultura politica è stato per me quello della stesura della tesina di maturità, dedicata alla figura di Einaudi il quale incarna perfettamente questo valore del liberalismo e del liberismo.

Oggi chiunque potrebbe ritenersi liberale, quello che intendo io invece è il Liberale, che si rifà al “conoscere per deliberare” einaudiano: è necessaria una buona base del concetto, per poter procedere poi all’analisi dei dati e all’elaborazione di un’adeguata proposta".

Azione è un partito che sin dal nome richiama come un’eco importanti attori della storia politica italiana: dal Pda mazziniano, ai fondatori di GL, Lussu e Rosselli, sommati a quelli di Luigi Einaudi e Don Luigi Sturzo, a cui apertamente vi appellate. Quale tipo di modello e di insegnamento pensa che possano trasmettere, oggi, figure di questo tipo?

"Per riuscire a costruire il nostro futuro dobbiamo avere una conoscenza della storia politica che ci ha preceduto. Il modello di Einaudi, di Croce e di Sturzo risultano molto attuali, così come quello di Rosselli.

La delicata fase storica che stiamo vivendo, impossibilitando l’interazione tra adolescenti, acuirà la questione sociale, di cui credo che lo Stato si debba fare carico: per questo è importante oggi il liberalismo sociale".

Nel manifesto del vostro partito si legge: “La scuola è il presidio democratico, culturale e civile per formare e liberare gli uomini ed educarli al rispetto dello Stato e della comunità.” L’istruzione è uno dei capisaldi del vostro programma. Quale futuro vedete oggi per la scuola e quali proposte concrete di sviluppo sono secondo voi compatibili con l’attuale situazione di DAD?

"Scuola significa tante cose: programmi scolastici e quindi cultura, coinvolgimento e rapporti personali. Ma è sinonimo anche di studenti, futuro del nostro Paese e del nostro territorio.

Nel piano “Next Generation Italia” figurano una serie di proposte volte a sostegno degli studenti, quali aiuti in denaro per i fuorisede in affitto o per quanti intraprendano un corso di formazione, taglio delle tasse per gli under 25 e loro riduzione del 50% fino ai 29 anni. Tali progetti, rispondenti alla ricetta liberale “meno Stato, meno tasse”, sono elaborati da un centro studi composto interamente da giovani sotto i 30 anni. 

Credo fortemente nell’attitudine propositiva con cui intende porsi il nostro movimento: se un tempo si era abituati a pensare la politica come elargizione di soluzioni “pre-confezionate” dai partiti all’elettorato, io ritengo invece fondamentale l’apporto personale che il singolo può arrecare alla collettività tramite il suo pensiero e passione".

Quali sono i progetti locali a cui vi state dedicando e che avete in mente di realizzare? 

"Un primo tema su cui ci siamo concentrati sin dall’inizio è quello inerente la sanità territoriale, diritto inviolabile e universale. Il dialogo con il presidente dell’Associazione Amici dell’ospedale Ss Annunziata, Remigio Galletto, e con il presidente dell’Officina delle idee, Giovanni Damiano, ci ha permesso di acquisire una visione più ampia sulla questione sanitaria e socio-assistenziale. Durante un incontro con il sindaco di Saluzzo, Mauro Calderoni, abbiamo potuto sollevare alcuni spunti di riflessione circa il futuro dell’ospedale saluzzese, soffermandoci sul suo bacino di utenza, sulle infrastrutture del territorio e sulla necessità di un atto formale da parte della Regione. 

Un altro punto su cui inizieremo a parlare nei prossimi giorni riguarda poi lo sviluppo turistico-culturale del territorio e delle valli del Monviso, anche in vista della candidatura di Saluzzo a Capitale italiana della Cultura 2024.

Tutto questo insieme ad Ivana Casale e Stefano Quaglia, che ringrazio per il sostegno quotidiano, così come l’onorevole Enrico Costa, per la fiducia in me riposta".

Ludovica Rossi

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