/ Attualità

Attualità | 26 ottobre 2021, 15:28

A Fossano un nuovo quadro per la chiesa di Santo Stefano

La tela, opera del pittore medico Franco Blandino, rimarrà esposta a Sant'Antonio praticamente fino a Natale, quando troverà collocazione definitiva nella deliziosa, piccola Chiesa di Santo Stefano

A Fossano un nuovo quadro per la chiesa di Santo Stefano

È stato presentato sabato 23 ottobre 2021 a Fossano il quadro "Martirio di Santo Stefano", opera di Franco Blandino. Un'iniziativa della Associazione Proloco Santo Stefano presieduta da Maria Scotto, in accordo con il Parroco di Sant'Antonio Abate don Sergio Daniele. Tante le personalità presenti, il Vicario Generale della Diocesi Mons. Chiaramello, il Vicesindaco Giacomo Pellegrino, l’Assessore alla cultura Ivana Tolardo, il Vice Presidente del Consiglio regionale Franco Graglia, il Presidente della Cassa di Risparmio di Fossano S.p.A. Antonio Miglio.

Allo scoprimento della tela, inizialmente coperta da un telo bianco, c’è stato un grande e prolungato applauso dei presenti. Ha poi preso la parola Mons. Chiaramello, che ha esaltato le capacità pittorica dell’autore, ricordando le due grandi tele già presenti nella Cappella della Croce del Gerbo e nel Santuario di Cussanio. “Blandino, un nome una garanzia”, ha scherzato, sorridendo all’autore.

La tela rimarrà esposta a Sant'Antonio praticamente fino a Natale, quando troverà collocazione definitiva nella deliziosa, piccola Chiesa di Santo Stefano, sulla strada per Cuneo, davanti alle Casermette.

LE "INTENZIONI" DELL'AUTORE

Una tela rinascimentale nei toni, nelle forme e nella luce che estrae i corpi dal buio, ma dinamica e moderna nelle pietre che volano e la “tagliano”, nei gesti appena sospesi dei carnefici e nella tensione del corpo del Santo.

Lo schema pittorico non è convenzionale: nel momento della lapidazione Stefano viene rappresentato in ginocchio e in posizione di preghiera, sia nell’iconografia tradizionale che nei dipinti dei Grandi, da Annibale Carracci a Lorenzo Lotto, da Daniele Crespi a Pietro da Cortona, da Giorgio Vasari a Luca Signorelli.

Qui Stefano, vestito con la dalmatica diaconale, è già stato colpito dalle prime pietre, e viene rappresentato con la schiena inarcata, il volto contratto dal dolore e insanguinato in un insolito primo piano, le mani protese in un’istintiva quanto vana difesa, i piedi nella polvere che ha sollevato cadendo e contorcendosi. Le pietre del letto del torrente sottolineano l’asprezza e la ferocia dei carnefici. duri e bestiali sono i loro sguardi e le loro mani, adunche e rapaci attorno alle pietre che ghermiscono. Sono disposti a raggiera come in una sarabanda infernale, convergente sul corpo indifeso della vittima.

La figura di Saulo, che sarà poi San Paolo, l’unico vestito con la tunica di cittadino romano, è un po’ in disparte e osserva la terribile scena senza parteciparvi realmente. Lui, che è stato il grande accusatore di Stefano, suo coetaneo e condiscepolo, ha negli occhi la perplessità e una certa sorpresa: è venuto ad assistere all’esecuzione e si ritrova colpito dall’atteggiamento e dalle preghiere di Stefano, si fa strada in lui la luce della conversione.

In alto, sopra tutta la scena del martirio, “i cieli aperti” delle parole di Stefano, la sua Speranza, la grande Promessa.

comunicato stampa

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium