Intermediazione illecita di manodopera in agricoltura e sfruttamento del lavoro nero. Queste le ipotesi d’accusa in forza delle quali il 15 novembre scorso i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro avevano eseguito due misure cautelari e condotto in carcere a Cerialdo due 50enni originari della Costa d’Avorio, da molti anni residenti a Cuneo.
I legali dei due ivoriani arrestati, gli avvocati Gianluca Vitale di Torino e Alessandra Caramello di Cuneo, avevano impugnato l'ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Cuneo e chiesto al Tribunale del Riesame di Torino l’annullamento delle misure cautelari.
Lunedì 6 dicembre i giudici hanno sciolto la riserva, disponendo così la scarcerazione di Osman Kouyate e del cognato e sostituendo la misura revocata con quella dell'obbligo di presentazione (o di firma) alla polizia giudiziaria.
L’ordinanza di custodia cautelare aveva fatto seguito all'inchiesta sul caporalato in agricoltura che la Procura cuneese, col procuratore capo Onelio Dodero e il sostituto Francesca Lombardi, sta conducendo da tempo nei confronti della cooperativa Salimo di via Gallo a Cuneo, della quale Kouyate era amministratore delegato, mentre il cognato ne era presidente: un’organizzazione agricola arrivata a contare oltre duecento soci.