Gentile direttore,
in questi giorni il Consiglio regionale è impegnato nella discussione del disegno di legge “Allontanamento zero”, presentato dall’assessore biellese Chiara Caucino.
Le associazioni di famiglie affidatarie del Piemonte e il Tavolo nazionale affido, l’Unione nazionale delle Camere Minorili e l’Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia, l’Ordine degli psicologi del Piemonte, l’Ordine degli avvocati di Torino, l’Alleanza delle cooperative italiane, l’Ordine degli assistenti sociali del Piemonte, CGIL, CISL e UIL di Torino, la Procuratrice della Repubblica del Tribunale dei Minori, Emma Avezzù, l’incaricato regionale per la tutela dei minori della Conferenza episcopale piemontese, Monsignor Marco Brunetti, vescovo di Alba, e molti altri soggetti hanno espresso in forme diverse perplessità, se non esplicita contrarietà, rispetto al Disegno di Legge “Allontanamento zero”, invitando l’assessore a fermarsi e ad ascoltare.
Anche 42 docenti universitari dell’Università degli Studi di Torino e 38 docenti di altre Università italiane hanno rinvenuto nel testo elementi critici, se non pericolosi e regressivi. Infine, si sta alzando la voce di contrarietà di molti Comuni, tra cui Torino, Cuneo, Verbania.
La proposta Caucino si basa sul convincimento errato che in Piemonte ci siano troppi allontanamenti, fatti con troppa facilità e per ragioni esclusivamente economiche. In realtà la nostra Regione è considerata un punto di riferimento nazionale per la tutela dei minori, avendo prodotto storicamente, anche sotto le Giunte regionali di centrodestra, una tradizione normativa, procedurale, operativa e di Terzo Settore che per molti aspetti ne ha fatto un apripista e un modello per il resto d’Italia.
A fine 2020 erano seguiti dai servizi sociali piemontesi 55.618 minori (su una popolazione minorile totale di 632.541, l’8.79%). Di questi, 1.435 risultavano allontanati (al netto dei Minori Stranieri Non Accompagnati, dei minori che vivono in comunità mamma-bambino e dei minori affidati a parenti).
I minori allontanati risultavano dunque il 2,61%, contro un 97,39% seguiti dai servizi all’interno della famiglia d’origine. Nessun allontanamento è poi motivato da ragioni esclusivamente legate alla povertà materiale, a cui si provvede con i sussidi già esistenti (Assegno Unico, Reddito di cittadinanza, accesso agevolato in base all’ISEE ecc).
Invece di manipolare i dati e denigrare il lavoro dei servizi sociali, sanitari e giudiziari, dovremmo preoccuparci del fatto che quasi il 9% della popolazione minorile piemontese sia presa in carico dai servizi, a riprova della diffusione e trasversalità del disagio minorile.
Occorrerebbe riconoscere la professionalità dei servizi e mettere qualche soldo in più sulla prevenzione, sull’integrazione socio sanitaria, sull’assunzione e formazione di nuovi operatori e sulla replicazione delle buone pratiche progettuali in tutti i territori del Piemonte, cosa che il DDL Caucino non fa, essendo a saldo zero.
Queste carenze rischiano in molti casi di rendere gli allontanamenti non eccessivi, ma tardivi e gli infanticidi di questi giorni ce lo dimostrano.
Il DDL “Allontanamento zero” è pieno di pregiudizi e falsità e NON rappresenta un miglioramento della protezione dei bambini e delle famiglie. Allontanamento zero significa, specialmente nei casi gravi, zero protezione.
E non è questo che le leggi nazionali e internazionali prevedono. Caucino propone di fornire un contributo economico per risolvere problemi gravi delle famiglie, ma le dipendenze si risolvono forse con un contributo? La violenza si elimina con del denaro? Il maltrattamento si cancella con un reddito aggiuntivo? Non bisogna dare più soldi alle famiglie, ma ai servizi.
Non basta lasciare i bambini in famiglia, ma ci vogliono più servizi a servizio delle famiglie e bisogna ripensare in modo organico i diversi interventi, prevedendo una maggiore collaborazione tra il settore educativo, sanitario e sociale ed una maggior omogeneità territoriale. Sempre anteponendo la tutela del minore ad ogni altro argomento o rivendicazione.
Sulla tutela dei minori dovremmo unirci e non dividerci, per questo chiediamo all’Assessore Caucino di ritirare un testo così divisivo e di avviare un tavolo di lavoro bipartisan per redigere un Piano per l’Infanzia e l’Adolescenza in Piemonte, che metta nuove risorse e investa sui servizi.
Monica Canalis - Vice segretaria PD Piemonte e consigliera regionale
L'INCONTRO A FOSSANO
Molteplici le voci critiche rispetto a tale iniziativa, provenienti dagli ordini professionali, dai sindacati, dalle associazioni di famiglie affidatarie e da docenti universitari.
Per riflettere insieme su tali tematiche il Circolo fossanese del Partito Democratico organizza per mercoledì 9 febbraio, alle ore 21, una serata online con la partecipazione di Monica Canalis, Valter Martini, del Tavolo per le Associazioni per l’Affido del Piemonte, e Irene Garelli, Assistente Sociale presso il Consorzio Monviso Solidale.
Modera la serata Stefano Gemello, coordinatore del Circolo.
Per maggiori informazioni e ottenere il link per l’accesso alla serata contattare il 3382075316 oppure scrivere a pdfossano@libero.it.