Un evento piccolo, di quelli fin troppo facilmente trascurabili anche da chi li subisce. Spesso, ma non sempre e di sicuro non in questo caso: lunedì 21 febbraio, nei pressi del Movicentro di Cuneo, una ragazza 26enne di strada per la stazione è stata avvicinata da un ragazzo con un mero pretesto, e quindi palpeggiata dallo stesso.
Con grande prontezza la giovane ha immediatamente contattato i carabinieri, che una volta intervenuti sul posto hanno fermato il giovane e raccolto la testimonianza della vittima.
"Episodi di questo tipo si differenziano dalle violenze di più seria entità perché rientrano soprattutto nella sfera del bullismo - ci spiega Adonella Fiorito di Mai+Sole - : accadono con gratuità, e spesso cadono nel vuoto".
"Denunce e querele sembrano portare a ben poco e spesso questi nuovi tipi di violenze vengono anche poco considerati dalle donne stesse. Questo signifia che sono state sdoganate, e che non vengono riconosciute. La donna fa fatica a trovare la forza di agire in qualche modo e chiedere aiuto alle forze dell'ordine, perché sa che dovrà comunque subire un giudizio esterno".
"Questo è inaccettabile. Riconoscere questi casi come violenze e sforzarsi di denunciarli, per quanto concretamente inutile possa sembrare, è l'unica strada per agire a livello culturale e scardinare questo sistema che contempla la violenza e la permette senza troppa difficoltà" conclude Fiorito.
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