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Politica | 03 novembre 2022, 09:34

Provincia, tutti insieme appassionatamente (o quasi) a Robaldo

Si riunisce oggi pomeriggio il Consiglio provinciale, nel corso del quale il neo presidente presenterà le linee programmatiche del suo mandato. Anche i consiglieri di centrodestra della lista “Ripartiamo dalla Granda” intenzionati ad allinearsi. Dirimente l’appello arrivato da Dalmazzo

Provincia, tutti insieme appassionatamente (o quasi) a Robaldo

Dal vertice di centrodestra svoltosi ieri sera, al quale hanno preso parte, oltre ai cinque consiglieri provinciale della lista “Ripartiamo dalla Granda” (Massimo Antoniotti, Graziella Viale, Simona Giaccardi, Stefano Rosso e Marco Bailo), anche i referenti dei tre partiti di centrodestra: Giorgio Bergesio (Lega), William Casoni (Fratelli d’Italia) e Franco Graglia (Forza Italia), è arrivato un sostanziale via libera al programma del neo presidente della Provincia, Luca Robaldo.

Un nulla osta non solo da Forza Italia, in parte scontato, ma anche dalla Lega, mentre la componente di Fratelli d’Italia sembra mantenere qualche perplessità.

Questa sera Robaldo, dopo aver illustrato le linee programmatiche del suo mandato nel Consiglio provinciale convocato per le 17, si appresta dunque ad ottenere una maggioranza ben più ampia di quella Granda in Azione – La Nostra Provincia (7 consiglieri), determinatasi dopo il voto del 25 settembre. 

Dirimente è stato l’intervento di Roberto Dalmazzo, sindaco di Lagnasco e competitor di Robaldo per il vertice della Provincia, il quale, chiamato in collegamento, ha invitato i consiglieri di centrodestra a dare il proprio assenso al programma del suo avversario.

Alla presentazione del programma, questa sera, potrebbe anche non seguire una votazione, ma è pur vero che si tratta di un documento politico rispetto al quale sono attesi pronunciamenti altrettanto politici.

La motivazione ufficiale del riallineamento del centrodestra – dopo la battaglia elettorale – è che la Provincia è un ente di raccordo con le amministrazioni locali e quindi tutti sono chiamati a concorrere, a maggior ragione dopo che la Provincia è divenuta ente di secondo livello.

Quella più prosaica è che in ballo ci sono le deleghe e la vicepresidenza che il presidente assegnerà in un secondo tempo.

Ma esiste anche una terza ragione, più sottile, che riguarda le nomine nelle società partecipate e il potere di indirizzo che la Provincia ha in vari ambìti: restarne fuori significherebbe esserne irrimediabilmente esclusi.

Alla luce di ciò che sta succedendo è lecito chiedersi: perché le elezioni per il presidente della Provincia (non più di un mese fa) con due candidati politicamente contrapposti e supportati da gran spiegamento di apparati?

Abbiamo posto il quesito qua e là. La risposta ? “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare”.

GpT

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