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Attualità | 04 novembre 2022, 11:32

In ospedale a Verduno un Giardino degli Abbracci per l’ultimo saluto ai nostri cari

Il nuovo spazio verde inserito tra gli "healing garden" voluti dalla Fondazione Ospedale Alba Bra col sostegno della famiglia Ferrero

Lo spazio verde progettato da Giulio Senes e Natalia Fumagalli

Lo spazio verde progettato da Giulio Senes e Natalia Fumagalli

Prosegue l’impegno della Fondazione Ospedale Alba Bra per fare del nosocomio di Verduno una realtà sempre più sentita e vicina ai bisogni delle famiglie di Langhe e Roero. E’ in quest’ottica che si inserisce una delle ultime realizzazioni volute dalla onlus. Oltre alla progettazione interna delle nuove camere mortuarie anch’esse ispirate da una maggiore consapevolezza della delicatezza del momento – grazie al sostegno della Fondazione e col contributo della famiglia Ferrero - presso la morgue, sul lato Santa Vittoria del nosocomio, è stato infatti realizzato il "Giardino degli abbracci e del Commiato". Uno spazio verde e accogliente, nelle intenzioni pensato per alleviare almeno in parte lo smarrimento delle persone che si troveranno in questa area dopo aver salutato per l'ultima volta un proprio caro.

La progettazione è stata affidata ai professori Giulio Senes e Natalia Fumagalli, dell’Università degli Studi di Milano, tra i massimi esperti di giardini curativi in Italia. “La recente pandemia da Covid – spiega il professor Senes – ha ricordato a tutti noi come la morte sia un evento traumatico che merita di essere vissuto in un ambiente idoneo. In tal senso, fin dall’inizio del progetto, la Fondazione Ospedale Alba Bra ha ritenuto di fondamentale importanza la realizzazione di un giardino dedicato, che potesse portare sollievo nel momento del passaggio di una persona amata. L’elemento chiave del progetto è il forte significato simbolico, che crescerà nel tempo e che si riflette anche nella scelta delle specie vegetali, oltre che dei materiali, delle forme e degli elementi di arredo”.

Il progetto del Giardino degli Abbracci e del Commiato prevede la presenza di due distinte aree circolari di sosta. Una simboleggiante la terra (con al centro un “cerchio” fatto di erba e pietra) e una il cielo (con al centro un fontana circolare con acqua ferma che serve a “riflettere” il cielo soprastante). Un arco a metà del percorso simboleggia la “soglia”, mentre poco distante è presente una zona isolata, raggiungibile con un vialetto secondario segnato anche da un accenno di doppio filare, con una panchina che si affaccia sulla valle del Tanaro.



La proposta progettuale si sforza, in primo luogo, di garantire la sfera privata dei singoli e dei gruppi legati alla persona defunta attraverso spazi intimi all’aperto in grado di agevolare la condivisione dei sentimenti, che proteggano dalle dinamiche esterne e che contribuiscano ad allentare sensazioni opprimenti. Una serie di ambienti esterni privati flessibili, per consentire, soprattutto alle persone più vicine al defunto, che più a lungo sostano in questi ambienti, di mantenere un legame con lo scorrere del giorno. Spazi adeguati per vivere in libertà e senza interferenze il flusso dei sentimenti legati alla perdita.

Il Giardino degli Abbracci e del Commiato - come tutti gli Healing Gardens del nuovo Ospedale di Alba-Bra “Michele e Pietro Ferrero” - si inquadrano in un più ampio progetto che mira ad attuare nel concreto il motto della Fondazione Ospedale Alba-Bra: “la natura nell’ospedale, l’ospedale nella natura”. In tale ottica, per tutte le tipologie di aree, si è tenuto conto del quadro paesistico di riferimento, in modo che l’obiettivo di migliorare la qualità degli spazi di cura attraverso la realizzazione di nuovi interventi a verde tenesse conto non solo degli aspetti visuali, ma anche di quelli naturalistici, ecologici e idrogeologici. Il tutto, avendo sempre in mente la sostenibilità economica e gestionale degli interventi proposti.

“Negli ultimi vent’anni la ricerca, scientifica ha mostrato con evidenza crescente come il contatto con la natura contribuisca in maniera determinante e con risultati oggettivi al miglioramento della salute e del benessere degli esseri umani – spiega Luciano Scalise, direttore della Fondazione - In linea generale, gli healing gardens possono essere intesi come giardini dove gli utenti interagiscono con la natura in modo autonomo, secondo le loro preferenze (camminano, si siedono, parlano, guardano, ascoltano, si riposano, meditano, ecc.), traendone benefici “terapeutici” semplicemente dallo “stare nel giardino”; non è necessario alcun intervento attivo di un terapeuta. Chiaramente il giardino deve essere progettato in modo da incentivarne l’utilizzo e di favorire il contatto con la natura. Per questo la Fondazione ha deciso di realizzare healing garden in grado di promuovere e supportare la salute e il benessere delle persone, al fine di garantire una migliore qualità dell’assistenza e della cura”.

Redazione

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