“L'anno 2022, appena terminato, è stato ancora una volta per Haiti un anno terribile, un anno di grandissima violenza e grossi problemi a tutti i livelli. La povertà è aumentata in modo esponenziale”.
Parole di padre Massimo Miraglio, da tempo in missione ad Haiti. Il sacerdote camilliano di 56 anni è originario di Borgo San Dalmazzo. La sua base operativa è Jérémie, piccola cittadina di provincia, dove è mente e braccia del progetto per l’Ospedale per la Cura delle lesioni Cutanee (CLC) Saint Camille.
Nel gennaio 2010 il terribile terremoto di magnitudo 7, poi l'uragano Matthew nell'ottobre 2016. A questo si aggiunge la povertà e l'instabilità politica.
“A Jérémie la situazione è degenerata – spiega il padre camilliano -: sul piano alimentare molte famiglie faticano ad ottenere ciò che è necessario per vivere ogni giorno. Le strutture fondamentali non funzionano, l'ospedale è in uno stato disastroso. Io cerco di portare avanti le attività che da anni ormai svolgo nonostante il difficile approvigionamento dalla capitale Port-au-Prince, a causa di gruppi di banditi che sbarrano la strada in più punti”.
Ma il 2022 ha visto un po' di luce. Si tratta di una nuova attività intrapresa da padre Massimo in una piccola località di montagna a 7/8 ore di viaggio da Jérémie: “Il primo tratto di strada da far in moto o con un'auto ben solida e poi a piedi quattro ore, al massimo con l'aiuto di muli per il trasporto di materiale. Dal mese di febbraio ho iniziato a frequentare la zona e mettere in piedi le prime attività. A partire dalla ricostruzione della cappella, dove metteremo la scuola materna, poi una tensostruttura e una tettoia. In questo 2023 vogliamo portare un piccolo ambulatorio e l'abduzione dell'acqua, poi i lampioni solari per dare un minimo di luce a questo pianoro. Qui vivono di agricoltura di montagna, attività difficile, faticosa e spesso e non remunerativa. Continuerò per tutto l'anno a frequentare la zona, aumentando le visite e le attività”.
Il suo messaggio si chiude con gli auguri di buon anno e i ringraziamenti a chi continua a sostenere la sua missione dall'Italia: “Grazie a tutti coloro che in questo anno difficile ci hanno aiutato. Vi abbraccio tutti e vi auguro con affetto e amicizia buon anno 2023”.