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Economia | 11 novembre 2023, 07:00

Come da copione. A Ronchi percentuali bulgare sull’integrativo Michelin

Anche l'ultima tornata è stata un plebiscito. Investimenti, stabilizzazioni e aumento del premio nell'accordo per il prossimo triennio. Intanto non sono previste fermate per le prossime settimane, in un contesto mondiale di generale rallentamento, con un futuro incerto per stabilimenti in Germania e negli States

Foto tratta dal sito Michelin.it

Foto tratta dal sito Michelin.it

Si sono concluse nel primo pomeriggio di ieri, venerdì 10 novembre, con il quarto turno di dipendenti chiamati alle urne, le votazioni inerenti all’ipotesi di accordo sull'integrativo nel triennio 2024-2026 del gruppo Michelin Italia. 

Il pre-accordo era stato siglato in Unione Industriale a Torino alla presenza delle segreterie di Filctem, Femca, Uiltec, Ugl Chimici e rispettive rappresentanze sindacali lo scorso martedì 7 novembre. 

L’ipotesi riguarda 3.803 dipendenti (oltre duemila gli occupati nello stabilimento di Ronchi). Oltre a Cuneo si è votato ad Alessandria, Torino, Milano e Pomezia.

Tra i punti meritevoli di attenzione c’è l’impegno alla stabilizzazione nel triennio 2024-2026 di 260 tra gli attuali operatori in somministrazione, oltre ad investimenti, per lo stesso periodo, di oltre 90 milioni.

Previsto un aumento del 6%, sempre nel triennio, del premio di risultato con incrementi a scalare: si passa dagli attuali 2.322 a 2362 euro nel 2024; a 2412 euro nel 2025; a 2462 euro nel 2026.

L’ipotesi di accordo prevede inoltre il miglioramento nel riconoscimento del benefit treno gomme, il riconoscimento di dieci giorni aggiuntivi di congedo obbligatorio di paternità per nascita e adozione per tutte le tipologie di famiglie, retribuiti al 100% e aggiuntivi rispetto a quelli previsti per legge. C’è inoltre l’impegno a verificare con il Gruppo mondo l’estensione della polizza sulla premorienza ai casi di invalidità permanente. Nell’ipotesi c’è la conferma ed estensione  per tutti i siti italiani di tre importanti accordi sperimentali inerenti gli appalti, l’orario fiduciario e la regolamentazione del lavoro agile (smart working).

Dopo i primi tre turni di votazione nella giornata di ieri, giovedì 9 novembre, anche l’ultima votazione in programma per oggi ha dato esito positivo con percentuali bulgare. 

La quasi totalità tra lavoratori e somministrati ha votato favorevolmente l’accordo sottoscritto tra le parte nella sede confindustriale. Qualche astenuto (sarebbero poco più di una decina), mentre praticamente nulli sono stati i voti sfavorevoli.  

Intanto a Cuneo non sono previste fermate per le prossime settimane nello stabilimento dopo il ricorso alla cassa integrazione utilizzato, per la prima volta nel 2023, per alcune linee e reparti. 

Il primo fermo si era verificato lo scorso 21 ottobre con l’attivazione della Cigo per diverse linee in produzione e alcuni comparti legati al reparto mescole, dove anche il 23 ottobre si erano fermate due squadre di lavoro. Altri stop sono stati effettuati sul finire del mese il 27 e 28 ottobre, giorno in cui si sono fermate totalmente anche sei linee di produzione. Sempre escluse dalla cassa integrazione le macchine individuali che si occupano di "alta gamma”, settore che continua ad avere un buon mercato, pur in un periodo incerto come quello attuale.  

Al momento il 2023 non ha segnato particolari rallentamenti nella fabbrica di Cuneo, il più importante stabilimento di pneumatici in Italia e che occupa oltre duemila dipendenti

Non così è stato per altre sedi marchiate bibendum in Europa. Nello stabilimento di Blavozy  (in Francia, nell’Alta Loira) si è verificato uno stop per due settimane consecutive, fermo che riguarderebbe un calo del portafoglio ordini. Mentre è in atto un programma di austerity su tre sedi di produzione tedesche (a KarlsruheTreviri e Homburg) con possibili ricadute occupazionali che riguarderebbero 1.500 dipendenti.  

Fuori dall’Europa la situazione non è migliore. Michelin North America lo scorso 26 ottobre ha annunciato l’intenzione di fermare entro la fine del 2025 la produzione di pneumatici ad Ardmore, nello stato dell’Oklahoma, Stati Uniti d’America. Una scelta che coinvolge 1.400 dipendenti. 

Tutto questo mentre a Cuneo, come comunicato nel corso dei festeggiamenti a giugno per il sessantennale, si lavora per la piena operatività entro il 2024 del nuovo impianto di trigenerazione ad alta efficienza, in grado di produrre contemporaneamente energia elettrica, vapore, acqua per il riscaldamento e il raffrescamento e che consentirà di coprire il 97% del fabbisogno energetico con una riduzione di emissione di CO2 di 18.000 tonnellate all’anno, in linea con le politiche di decarbonizzazione del gruppo fissate come obiettivo per il 2050.

A Cuneo l’80% della produzione è destinata al mercato europeo, mentre il restante 20% viene esportato al di fuori del continente.

Lo stabilimento di Ronchi è uno degli otto centri nei quali vengono testate e sviluppate le nuove tecnologie, prima dell’industrializzazione su larga scala negli impianti produttivi Michelin nel mondo (121 fabbriche, 67 delle quali dedicate alla produzione di pneumatici).

La capacità produttiva è di 13 milioni di pneumatici l’anno.

Dopo le votazioni sull’integrativo terminate oggi, gli oltre due mila dipendenti della Michelin di Cuneo saranno nuovamente chiamati a votare entro la fine del mese per rinnovare le rappresentanze sindacali di stabilimento.

Daniele Caponnetto

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