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Politica | 20 novembre 2023, 14:50

"La destra meloniana e salviniana non ha intenzione di ridare centralità alle province"

A parlare il segretario PD provinciale Mauro Calderoni, in una lettera giunta a commento delle parole del presidente Robaldo: "Quante parole al vento e tempo perso!"

Mauro Calderoni

Mauro Calderoni

Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata alla nostra redazione dalla segreteria provinciale del Partito Democratico, a commento delle parole (apparse nella scorsa settimana sulla stampa locale) del presidente della Provincia di Cuneo Luca Robaldo.

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Si è perso troppo tempo dietro le fumisterie di una presunta riforma che avrebbe dovuto ridare centralità alle Province. Quante parole al vento e tempo perso per distrarre gli amministratori locali con la carota di una elezione diretta che, come avevamo detto, in assenza di adeguate risorse, non compenserebbe minimamente il bastone dell’ennesimo taglio di risorse, stavolta più pesante che mai.

Questa destra Meloniana e Salviniana non ha alcune intenzione di ridare dignità e centralità agli enti locali: semmai di indebolirli politicamente, facendo cassa sui loro già magri bilanci per sostenere una finanziaria lacrime e sangue. Ed anche cittadine e cittadini ancora convinti della bontà dell’azione governativa se ne accorgeranno quando, a partire dal prossimo anno, faremo il conto con gli aumenti che le amministrazioni locali dovranno scaricare su trasporto urbano, mense scolastiche, tariffe nido e impianti sportivi, oltre a bollette e benzina già adesso alle stelle. Senza dire dei ritardi nelle erogazioni delle quote PNRR spettanti ai territori per progetti cantierati ed in parte, addirittura conclusi.

Ciliegina sulla torta, la proroga degli attuali consigli provinciali scaduti nel caso che vadano al voto più del 50% dei Comuni di una Provincia. Una scusa per attendere tempi migliori, nella speranza che le elezioni di giugno portino in dote alla destra qualche comune in più e, di conseguenza, più peso nell’elezione di secondo livello. 

Intanto la roboante propaganda sulla riforma ha appesantito il ruolo dei consiglieri provinciali, delegittimati dal fatto che sarebbero dovuti decadere a breve per essere sostituiti dai più legittimati eletti dal popolo, con conseguente toto-nomi e sfilza di possibili nuovi presidenti graditi al potente di turno. Ed invece né riforma, né soldi!

redazione

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