Venerdì 24 il Comune di Ceva ha presentato il progetto “Ceva è stata, è, sarà”, lo strumento di cui ha voluto avvalersi per “valorizzare il proprio passato per progettare il futuro”. Articolato su due livelli, scientifico di ricerca e studio, operativo con iniziative di implementazione, il progetto segna un nuovo approccio nel perseguire alcuni obiettivi cardine del Comune: valorizzare il patrimonio storico, rendere attraente Ceva per le attività commerciali e per un turismo sostenibile, migliorare l’immagine di Ceva e del suo territorio raggiungendo standard elevati di qualità della vita, effettivi ma anche percepiti.
Alla presenza della giunta, di rappresentanti di quasi tutte le realtà istituzionali, economiche e culturali di Ceva, il Sindaco Vincenzo Bezzone, il vicesindaco Lorenzo Alliani e il segretario Dott.ssa Carla Bue hanno sottolineato le motivazioni dell’amministrazione nell’adottare questo progetto che impegna il periodo 2023-2026. La prof.ssa Lucia Carle, storica e antropologa, autrice e direttrice scientifica del progetto, ne ha esposto i punti salienti.
La ricerca pluridisciplinare metterà in luce i fattori storici che hanno determinato l’evoluzione sul lungo periodo della funzione urbana e della complessità sociale di Ceva, le sue specificità di centro di gravitazione e scambi per un territorio più vasto nel complesso contesto dello stato Sabaudo.
Lo status di “città”, attribuito nel 1623 e riconfermato nel 1773, sono le tappe che sanciscono una realtà di fatto e una volontà collettiva che fin dalle origini in epoca romana ha contraddistinto l’evoluzione di Ceva, lasciando nella stratificazione di spazi urbani, architetture, impronte di attività, usi e tradizioni, quel patrimonio materiale e immateriale che è il vero potenziale per uno sviluppo sostenibile.
Per diffondere e rendere utile quanto acquisito con la ricerca, saranno realizzati: una serie di quaderni tematici a larga diffusione (2024-25); una mostra temporanea (2024-25) sulle attività di mercato e sui negozi dei portici in via Marenco, che diventerà una mostra permanente, supporto di informazione e immagine della città; la pubblicazione (2026) di un volume sui negozi dei portici, sulle attività di mercato, sulle reti commerciali e sulle famiglie che di tutto questo sono state protagoniste sul lungo periodo.
Tutto ciò, oltre alla funzione di conoscenza, vuole essere riferimento culturale e stimolo di iniziative volte a suscitare e orientare l’imprenditoria commerciale. Inoltre, saranno organizzati (2024 – 2026) workshop indirizzati a coloro che professionalmente operano per la conservazione, la manutenzione, l’utilizzo e la valorizzazione del patrimonio storico, per far acquisire loro conoscenze e metodo su come intervenire sul territorio. Temi trattati saranno: Coscienza storica e conoscenza storica; Modalità di analisi e comprensione socioculturale del territorio;
Il patrimonio materiale e immateriale come risorsa del territorio; Elementi significativi del patrimonio di Ceva e del suo territorio. Ulteriore risultato previsto è la definizione di itinerari della memoria riferiti al patrimonio, con attinenza alla Ceva storica e al suo marchesato. Nella prospettiva successiva di un collegamento con altri itinerari a più largo raggio, proponendo Ceva come punto di partenza o di arrivo.
Le problematiche soggiacenti a questo progetto sono comuni a molte realtà europee, oggetto di studio nonché di misure di sostegno allo sviluppo e alla ricerca dell’Unione Europea. Per questo, il progetto da subito si proietterà su scala internazionale per inserirsi tra i lavori di ricerca in atto e collegarsi a realtà che, affrontando situazioni e sviluppando iniziative analoghe, usufruiscono di fondi europei.
Un Convegno Internazionale su Le piccole città europee di mercato porterà a Ceva il dibattito e lo scambio di esperienze a livello europeo. Infine, il Dr. Massimiliano Caldera, della Soprintendenza per le regioni Piemonte e Valle d’Aosta, e la Prof.ssa Gelsomina Spione, del Dipartimento di Studi Storici - Beni Culturali, dell’Università di Torino, hanno illustrato quale potrà essere l’apporto delle loro rispettive istituzioni nel progetto, andando così a coprire un ampio raggio di competenze scientifiche e istituzionali.
Saranno comunque il coinvolgimento e l’adesione da parte della popolazione, dalle associazioni ai singoli cittadini, la vera chiave del successo di questo progetto, il cui scopo ultimo è migliorare la qualità della vita, rendere attraente la città per abitarvi ed il territorio per viverlo e conoscerlo.