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Attualità | 07 marzo 2024, 10:36

Perché tu possa vivere: all’enologica di Alba con Asl e Aido per parlare di donazione degli organi [FOTO E VIDEO]

L’importanza di essere donatori, raccontata ai giovani da chi ha dato e da chi ha ricevuto

Diverse le testimonianze portate ieri agli studenti dell’istituto Umberto I

Diverse le testimonianze portate ieri agli studenti dell’istituto Umberto I

Si è svolto ieri, mercoledì 6 marzo, nell’aula magna dell’I.I.S. Umberto I di Alba, un incontro organizzato dall’Asl CN2 in collaborazione con la sezione provinciale dell’AIDO, l’associazione italiana donatori organi, rientrante nel più ampio progetto delle “Scuole che promuovono salute”, sostenuto dall’Asl stessa, dalla Regione Piemonte e da Prevenzione Piemonte, teso a sensibilizzare i giovani sull’importanza della prevenzione, di corretti e sani stili di vita, ma anche sull’importanza della donazione.

All’incontro, coordinato dal professor Bruno Morcaldi, hanno partecipato gli studenti delle classi terze, quarte e quinte dell’istituto, mentre sono intervenuti il dottor Graziano Carlidi, referente attività coordinamento prelievo d’organo dell’ospedale "Michele e Pietro Ferrero" di Verduno, Gianfranco Vergnano, presidente AIDO provinciale di Cuneo, Viviana Garetto, infermiera di sala rianimazione e staff del dottor Carlidi, nonché referente del progetto, insieme alla coordinatrice del reparto Delphine HerbyMario Sandri, consigliere del Comune di Alba. In aula si sono ascoltate poi le testimonianze di Aurora Trincone, Claudio Fogliato, Vincenzo Mariuccia e Michele Pepè

Introdotto da un breve video, l’incontro è iniziato con l’intervento del dottor Carlidi, che ha spiegato come avviene la donazione di organi o tessuti, sottolineando l’importante differenza tra donatore in vita e donatore defunto. Ha spiegato, ad esempio, quali sono le donazioni che possono essere fatte in vita, come ad esempio il sangue o il midollo osseo, e quelle da donatore defunto, come cuore, polmoni, fegato o cornee. Il donatore defunto, ha spiegato, deve comunque essere a “cuore battente”, che significa in sostanza “un paziente che, a causa della malattia che lo ha colto, ha subito un danno completo e irreversibile delle funzioni encefaliche che si identifica con la morte”.

Carlidi ha precisato che in Italia ci sono circa 9.000 pazienti in attesa di trapianto, ma solo un terzo riesce a ricevere l’organo necessario spesso alla sua sopravvivenza. Se tutti fossimo donatori, il numero di richieste sarebbe ampiamente soddisfatto. 

A seguire è intervenuto Gianfranco Vergnano di AIDO, che ha spiegato ai ragazzi come poter diventare donatori, invitandoli a visualizzare il sito DigitalAido. Il suo intervento è stato incentrato soprattutto sulla sensibilizzazione nei confronti dell’importanza di donare e sul fatto che sia una scelta personale e, nel caso dei ragazzi, condivisa, invitandoli a parlarne coi propri genitori. Vergnano ha inoltre detto che il Piemonte è la le prime regioni italiane per numero di donazioni e la provincia di Cuneo la prima in regione in crescita. 

GUARDA IL VIDEO

Dopo questi interventi è stata la volta delle testimonianze, aperte da due riceventi. Il primo è stato Vincenzo Mariuccia, affetto da leucemia, che ha ricevuto dalla figlia Elena il midollo che gli ha permesso di rimanere in vita. La ragazza, non potendo essere presente, ha voluto portare comunque la sua testimonianza attraverso un intervento in video, tramite il quale ha spiegato che il donatore è costantemente seguito e assistito in ogni fase del percorso, assicurando che donare il midollo in vita non è doloroso e sottolineando che il sapere di poter migliorare o salvare una vita ti fa stare bene. 

Michele Pepè invece ha ricevuto un trapianto di fegato. La sua testimonianza ha rimarcato l’importanza che ci siano i donatori e la sua gratitudine verso donatori, associazioni e sanitari. 

Toccante anche la testimonianza di Claudio Fogliato, che ha acconsentito alla donazione degli organi del figlio adolescente, mancato a causa di un incidente stradale. Fogliato ha sottolineato che, per quanto assolutamente favorevole alla donazione, il momento della scelta di volerla fare, soprattutto perché immediata al decesso del figlio, sia stata molto dolorosa, per questo ha detto che è importante aderire consapevolmente alla donazione e non lasciarla alla famiglia. 

L’ultima testimonianza portata è stata quella di Aurora Trincone, il cui padre, all’epoca 40enne, venne colpito da un’emorragia cerebrale durante una partita di calcio con gli amici. La ragazza racconta che pochi giorni prima in famiglia si era parlato proprio di donazione di organi, trovando lei e suo padre favorevoli, mentre la madre era contraria e la sorella, forse perché ancora troppo giovane, aveva preferito non esprimersi. Dopo l’incidente, anche per rispettare le volontà paterne, la famiglia ha acconsentito la donazione. Aurora nel suo intervento ha voluto sottolineare quanto a volte a frenare la donazione siano credenze e preconcetti infondati, come quello che al momento della donazione il corpo del donatore defunto venga straziato, cosa assolutamente falsa, visto che l’espianto viene comunque eseguito con il massimo rispetto della persona.

Andrea Olimpi

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