Un paio di giorni fa il sorpasso sembrava certo.
Non stiamo parlando del celeberrimo film di Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, ma più prosaicamente del duello in atto per la presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo tra Mauro Gola, presidente della Camera di Commercio e Federico Borgna, ex sindaco di Cuneo ed ex presidente della Provincia.
Dicevamo del sorpasso di Mauro Gola su Federico Borgna, che i supporter del primo davano per certo nel fine settimana e che ieri invece è tornato in forse.
I numeri restano ballerini anche perché le designazioni sono da formalizzare e non tutti i soggetti interessati accettano di porre firme in anticipo a sostegno di questo o quel candidato.
La situazione resta magmatica soprattutto a Cuneo dove ieri sera c’è stato un incontro di maggioranza, presente anche il presidente della Provincia Luca Robaldo .
Un confronto per capire dove si vuole andare a parare, considerato che sono 24 coloro che hanno presentato i curricula aspirando ad una nomina nel Consiglio generale.
In particolare, su Cuneo ha sollevato interrogativi il fatto che a presentare domanda siano stati sia Federico Borgna che il coordinatore della lista Centro per Cuneo, Beppe Delfino, due personaggi che in passato sono stati grandi sodali.
Una questione che solleva non solo curiosi (e legittimi) interrogativi, ma crea anche imbarazzo alla sindaca Patrizia Manassero, strattonata da un lato da Boselli e dall’altra alle prese con equilibri di maggioranza sempre più difficili da gestire.
Grande sponsor politico di Gola è il presidente della Regione Alberto Cirio, il quale mostra un frenetico attivismo su questo fronte insieme al presidente della Provincia Luca Robaldo.
Negli ultimi giorni pare che anche il presidente uscente della Fondazione CrC Ezio Raviola si sia unito alla cordata e abbia consigliato al suo vice albese, Francesco Cappello, indicato una settimana fa come possibile “forza d’interposizione”, di firmare per Gola.
Se non fosse eccessivamente irriverente, verrebbe da considerare che, col passare dei giorni, la vicenda sta assumendo sempre più le connotazioni di una sorta di calcio mercato.
Le diplomazie sono al lavoro per cercare di capire se esistono ancora margini per una soluzione condivisa, in grado di soddisfare sia le esigenze territoriali che quelle della politica.
Va da sé che queste ultime sono le più difficili da placare: la quasi concomitanza con la scadenza elettorale di regionali e amministrative rende infatti quanto mai ostico il lavoro delle feluche.













