Una grande vicinanza ai fossanesi, in particolare alle autorità civili e militari, alle associazioni dell'Arma e di volontariato che tanto si sacrificano per la patria. Un messaggio “ad effetto” per sensibilizzare la cittadinanza, rivolgendosi soprattutto alle nuove generazioni delle scuole presenti.
Questa la sintesi del sindaco Dario Tallone, in occasione della “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate” di ieri, lunedì 4 novembre. Il primo cittadino ha lanciato al pubblico una serie di messaggi in piazza Castello attraverso una personale lettera, della quale riportiamo alcuni punti salienti.
Tallone ha evidenziato in primis l’importanza del 4 novembre, ma al tempo stesso del grave danno che provoca da troppo tempo la guerra, colpendo persone indifese, mamme e bambini. L’auspicio è di arrivare ad una rapida pace, intesa come valore universale.

“La data, che celebra la fine vittoriosa della guerra per il nostro Paese è divenuta la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate: era il 4 novembre 1918. – ha spiegato il sindaco - La commemorazione del 4 novembre rappresenta anche l‘occasione per farci capire che la guerra è la cosa più orribile che possa accadere ad un popolo. L’articolo 11 della nostra Costituzione recita: ‘l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’ e non si ferma qui, continua dicendo, che ‘l’Italia si impegna a lavorare con gli altri popoli per assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni’.
Sempre sul 4 novembre ha sottolineato ancora che “in questa giornata il nostro Paese ricorda tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato la vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere, ma anche le famiglie di quei giovani soldati, che hanno dato la vita per la nostra Italia. Il patrimonio morale di questi uomini va ricordato ed onorato, ma altrettanto importante è la memoria delle sofferenze patite dalla popolazione civile, dei sacrifici compiuti dalle donne che si sostituirono agli uomini partiti per il fronte, nel sostenere le famiglie. Valori immutati nel tempo, per i militari di allora e quelli di oggi, così come devono esserlo per i cittadini”.














