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Attualità | 25 aprile 2024, 20:02

“W l’Italia antifascista!”: la celebrazione del 25 aprile a Dronero con l’orazione ufficiale di Claudia Aceto Filippi

Figlia del Comandante partigiano Ezio Aceto, del padre ha ripercorso così la vita, gli ideali che lo hanno sempre contraddistinto e che le ha trasmesso. A presentare l’importante celebrazione il presidente dell’ANPI - Dronero e Valle Maira Alessandro Mandrile

“W l’Italia antifascista!”: la celebrazione del 25 aprile a Dronero con l’orazione ufficiale di Claudia Aceto Filippi

Dronero, Medaglia d’Oro al Merito Civile, ha commemorato la Festa della Liberazione, in questo giovedì 25 aprile, con l’orazione ufficiale stamattina al CineTeatro Iris di Claudia Aceto Filippi, figlia del Comandante partigiano Ezio Aceto.

A presentare sul palco il presidente dell’ANPI - sezione di Dronero e Valle Maira Alessandro Mandrile. Visibilmente emozionato, ha ripercorso le tappe storiche principali del 1944 che hanno portato alla Resistenza ed alla Liberazione, ricordando i deportati e le vittime di Dronero del regime fascista, fra i quali anche l’allora sindaco Pietro Allemandi, morto a Mauthausen il 28 aprile 1944. “Resistenza” e “Liberazione” le parole che più di tutto ha tenuto a sottolineare, nel loro significato ma soprattutto nel loro essere faro per la Pace.



Molti i rappresentanti delle istituzioni civili e militari, nonché i cittadini, che questa mattina hanno voluto essere presenti. “Il 25 aprile più che importante è una data fondamentale per noi italiani - ha detto il sindaco di Dronero Mauro Astesano, affiancato sul palco dal sindaco di Racconigi Valerio Oderda, con il quale la città ha un profondo legame di lotta partigiana, e dal giovane Matteo Pirrotta del consiglio intercomunale dei ragazzi - È il giorno in cui onoriamo e ricordiamo coloro che hanno sacrificato tutto per la nostra Libertà. Questo giorno non è e non dev’essere soltanto una celebrazione del passato, ma anche un richiamo alla nostra responsabilità presente e per il futuro. La Resistenza ci insegna anche che in un mondo segnato da venti di guerra, in cui purtroppo l’unica voce che si eleva forte e chiara contro le armi è quella di Papa Francesco, voce peraltro assolutamente inascoltata, è nostro dovere rinnovare l’impegno per la Pace avendo ben presente che essa non è soltanto assenza di guerra ma anche presenza di giustizia, uguaglianza e rispetto reciproco.

Invitata sul palco dal presidente Mandrile, è giunto poi il momento di Claudia Aceto Filippi e della sua ufficiale orazione: “Per me è un onore essere qui - ha detto con profonda emozione - nel ricordo e nella memoria di mio padre. II mio 25 aprile cominciò quando non ero ancora nata. I miei genitori vivevano allora a Marsiglia con i nonni materni, e mia mamma era incinta di me. II parto era previsto per gli ultimi giorni di aprile, primi di maggio. All'avvicinarsi della scadenza, mio padre intensificò le passeggiate con mamma. La preferita e la più faticosa al Santuario di Notre Dame de la Garde. Un luogo magnifico, dal quale gli occhi possono abbracciare la città. E finalmente arrivò il travaglio e io nacqui, con qualche giorno di anticipo, nel primo pomeriggio del 25 aprile 1947. Non avrebbe potuto essere diversamente per la primogenita di un padre partigiano!



Del padre ha ripercorso così la vita, gli ideali che lo hanno sempre contraddistinto e che le ha trasmesso. Claudia Aceto Filippi lo ha fatto con riconoscenza, determinazione affetto e desiderio di portare al pubblico una testimonianza importante. Parole scelte e pronunciate per tener viva la memoria ma anche per far riflettere.

La lotta di Liberazione dal nazi-fascismo iniziò per mio padre con l'8 settembre 1943. Fu tra i primi a seguire Duccio Galimberti a Madonna del Colletto. Ha scritto di lui Aldo Sacchetti, grande partigiano e compagno di lotta. Tante le imprese compiute da partigiano, pochissimi i riconoscimenti ricevuti. II suo era uno spirito libero, lo spirito di un guerrigliero, che più tardi avrebbe individuato in Che Guevara il suo eroe e nella Rivoluzione Cubana, il suo ideale di lotta. L'amicizia e la vicinanza con Sergio Costagli, illustre scrittore della Resistenza, gli hanno regalato il tributo più grande con la stesura nel 2000, l'anno prima che la malattia se lo portasse via in tre mesi, del libro delle sue memorie, redatto ed elaborato da Costagli, con partecipazione attenta, stima e ammirazione. Ne era molto grato e soddisfatto, ma il destino ha voluto che non ne vedesse la pubblicazione. Il saggio fu pubblicato nel 2012, intitolato ‘EZIO ACETO, Diario di un guerrigliero, 1943-1944°’ edito da Primalpe. Siamo cresciute, mia sorella ed io, a Pane, Antifascismo e Resistenza. La nostra casa era frequentata dagli amici e compagni che con mio padre avevano in comune l'esperienza resistenziale. Nello studio di mio padre campeggiava il manifesto con la scritta: 25 aprile 1945, sempre. Tutta la sua vita fu ispirata dagli ideali per i quali aveva combattuto. Dopo il golpe cileno del 1973 e la morte di Salvador Allende, accogliemmo in casa un gruppo di esuli cileni, con sacrifici non indifferenti per la nostra famiglia. E' da lui che ho imparato ad essere cittadina del mondo.

Ed oggi cosa significa celebrare il 25 aprile? Perché è così importante? La figlia del Comandante Aceto ha continuato così la sua orazione: “Siamo qui oggi per celebrare una festa, la festa della libertà e della sconfitta del nazi-fascismo, il riscatto e la restituzione della dignità all'Italia, la conquista della democrazia con la nostra Costituzione repubblicana. Siamo qui per rendere onore alla memoria dei perseguitati, del confinati, dei prigionieri, dei torturati, dei trucidati dal fascismo, degli eroi della Resistenza. Ma il 25 aprile non deve e non può essere solo questo! Tutti loro ci hanno passato il testimone per farne memoria viva e attuale. Ci hanno trasmesso l'impegno a custodire e difendere i nostri diritti e i diritti degli altri, i diritti di tutti. Nessuno è libero finché qualcuno è oppresso! L'impegno a vegliare sul futuro che il loro sacrificio ci ha permesso di vivere in un mondo migliore. Ma se ci guardiamo intorno adesso, dobbiamo renderci conto che tutto quanto pensavamo acquisito, conquistato per sempre, con lotte dure costate tanto, intoccabile, inviolabile, è in pericolo. In pericolo è un futuro di pace, il dono più prezioso per gli esseri umani e per il creato. La querra è sempre e ancora la spaventosa Idra dalle molte teste che rinasce ovunque, fomentata dai mercanti di armi e di devastazione, da potenti insaziabili, in nome di un profitto che non conosce limiti. ‘Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti’ ha detto Martin Luther King… Un silenzio sempre più assordante".



"Come ha intitolato Luciano Canfora la sua ultima pubblicazione, "Il fascismo non è mai morto", il nostro Paese non ha saputo fare, a suo tempo e quando era il tempo, i conti con il fascismo e la dittatura. Da qui i tanti frutti avvelenati che hanno inquinato e inquinano la nostra democrazia. Il grido di Don Tonino Bello ‘In piedi costruttori di pace’ è quello a cui dobbiamo rispondere oggi. Questa è la nostra Resistenza, oggi. Il cammino per la pace è la pace stessa, ma non è una passeggiata o un pranzo di gala. Richiede il coraggio di aprire gli occhi sulla realtà in cui viviamo, di prendere atto delle condizioni di un Paese, il nostro, che sta subendo una deriva molto pericolosa. Ci troviamo qui, oggi, nel 79° anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo, a subire l'attacco di un revisionismo storico ignobile, che tenta di liberarsi della Resistenza e mette in continua discussione l’antifascismo come se fossero valori negoziabili, anzi quasi dis-valori ai quali contrapporre Dio, Patria e Famiglia".

Claudia Aceto Filippi ha poi concluso il suo intervento con il suo pensiero riguardo ad un fatto recentemente accaduto e che sta facendo molto discutere, ossia il caso Scurati: “Quando ad Antonio Scurati - ha detto - una delle nostre glorie letterarie, è stato impedito di pronunciare su Rai 3 il suo discorso per il 25 aprile abbiamo subito, tutti noi cittadini di un Paese democratico, un affronto inaccettabile. Ed è con alcune delle sue parole che voglio concludere.

Ne ha letto quindi un estratto: “Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nel'ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neofascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via. Dopo aver evitato l'argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l'esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto Il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola "antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023). Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell'anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare, palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana. W l'Italia antifascista!



In piedi, istituzioni e cittadini, hanno poi cantato l’Inno d’Italia, in un momento solenne che ha visto l’esibizione sul palco degli studenti della classe musicale della scuola secondaria di Dronero, diretti dai professori Luca Cerelli, Armando De Angelis, Sara Rinaudo e Alberto Savatteri.  Poi “Bella Ciao”, canto conosciutissimo ed inno della lotta partigiana.

L’importante mattinata ha visto l’alternarsi di preziose parentesi musicali, con la presenza sul palco del duo acustico Giué: una voce straordinaria quella di Erica Molineris, che accompagnata alla chitarra da Giuseppe Quattromini, ha emozionato tutti i presenti.

Sul palco sono saliti anche alcuni studenti dell’AFP, con letture importanti sull’antifascimo e sulla Pace. Ed infine loro, i più piccoli di questa giornata: gli studenti delle scuole primarie di Pratavecchia, Dronero Oltremaira e Dronero piazza Marconi. Ripercorrendo gli articoli della Costituzione, i bambini hanno posto l’attenzione sulla libertà di stampa ed espressione. Una canzone bellissima, evocativa e moderna poi da parte loro, oltre le consuete e per questo al di là degli schieramenti che spesso creano purtroppo ancora oggi tensioni: così “W la libertà” di Lorenzo Jovanotti, come un canto di universale ed un augurio di bellezza, pace e libertà.

Beatrice Condorelli

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