Chiede il superamento del modello ottocentesco detentivo, inadeguato e disumanizzante, che equipara la detenzione in carcere con la punizione e non con la rieducazione Paolo Ciani, vicepresidente del Gruppo Pd-Idp alla Camera e segretario di DemoS, a seguito della sua visita al carcere minorile “Ferrante Aporti” di Torino. Con lui – oltre alla garante dei detenuti di Torino Monica Gallo – anche il consigliere comunale di Cuneo Erio Ambrosino (assieme ai colleghi Elena Apollonio e Piergiacomo Baroni).
“Le carceri italiane stanno vivendo un tempo drammatico – commenta Ciani -. A questa realtà non sfugge purtroppo l’istituto minorile, che deve essere monitorato per le passate rivolte, il ripetersi del sovraffollamento, la carenza di personale e tutte le tematiche che ne derivano. Per questo è fondamentale che le istituzioni, ai diversi livelli, siano presenti per ascoltare, vedere, intervenire”.
“Dobbiamo sempre ricordarci che nella Costituzione italiana la pena tende alla rieducazione del condannato e mai alla punizione. Non si possono trasformare le carceri in luoghi invivibili per tutti quelli che li frequentano: detenuti, agenti, personale sanitario, personale civile, volontari. Bisogna rapidamente intervenire. DemoS è da sempre impegnata in prima linea per i diritti dei più fragili e per la garanzia della dignità personale di tutti. Di fronte a quello che sta accadendo nelle carceri siamo sempre più determinanti e impegnati a garantire i diritti umani e i principi costituzionali”.
“Oggi sono cinquantatré i ragazzi detenuti in questo Istituto, dieci in più della capienza massima, e sono quasi tutti minori non accompagnati - conclude Ciani -. Il caldo è torrido e quasi tutte le attività sono sospese durante il periodo estivo. Ragazzi, poco più che bambini, dietro alle sbarre è una cosa che fa male perché è la rappresentazione più drammatica di quanto la società educante sia inadeguata e carente. La logica repressiva e punitiva del decreto legge 2023 n. 123, noto come ‘Decreto Caivano’ che, per reprimere i fenomeni delle baby gang e l’abbandono scolastico, ha introdotto un inasprimento delle sanzioni nei casi di spaccio e l’arresto in flagranza, ha riempito le carceri minorili ma non ha certo prodotto maggiore ‘sicurezza’ e giustizia sociale”.
In Breve
martedì 10 settembre