Lo scorso febbraio Macron aveva pronunciato una frase terrificante in tono quasi gioviale: aveva detto che quest’anno gli sarebbe toccato mandare “i suoi ragazzi” a Odessa, in Ucraina. Era il periodo in cui cercava di coagulare intorno a sé il consenso dei leader europei per organizzare una forza continentale da dislocare sul campo contro i russi.
Per fortuna non gli è riuscito ed è prevalso il buon senso, ma dalla Francia hanno continuato a partire i “volontari” che combattono insieme all’esercito di Kiev. Il governo ufficialmente non li approva, ma nemmeno li disincentiva troppo, a quanto sembra. Di fatto, vengono facilmente reclutati via social o tramite l’Ambasciata ucraina a Parigi. Come riferisce il sito Strumenti Politici, si sta preparando un nuovo elemento di crisi sociale per una Francia già attraversata da fortissimi contrasti etnici, religiosi ed economici. Molti di coloro che sono andati volontari in Ucraina oggi tornano a casa in una bara: sono già morti metà dei componenti del contingente francese.
Qualche giorno fa a Krasnogovorka, nel Donbass, i russi hanno abbattuto un carro ucraino, del cui equipaggio faceva parte un francese, che dunque è morto. Quelli che sopravvivono, tornano in pessime condizioni: chi ferito e chi sconvolto dagli orrori che ha sperimentato. Poi ci sono a coloro a cui è scaduto il contratto. Costoro sono una potenziale bomba sociale. Riusciranno a reinserirsi nella vita quotidiana? Non sappiamo se il governo offra loro un supporto psicologico. Molti di loro erano pericolosi anche prima, perché erano dei facinorosi o aderenti a ideologie neonaziste. Le autorità ne conoscono i nomi e i precedenti, dunque si spera sapranno arginarne la potenziale distruttività.