All'ospedale Carle di Cuneo, in frazione Confreria, è difficile rendersi conto che nel giro di una ventina di giorni la palazzina vecchia sarà inaccessibile.
Dall'inizio del prossimo mese i locali dovranno essere consegnati alla ditta incaricata dei lavori per l'antisismica. Dureranno un paio di anni.
E' iniziato solo l'allestimento del cantiere nell'area esterna.
Dentro, al momento, tutto è uguale a sempre. L'accettazione, la cassa, i corridoi, la Radiologia e il bar, che verrà chiuso dal 1° novembre. Sono tante le persone che vanno e vengono, che si siedono per scambiare due parole, che bevono un caffè al banco o mangiano un croissant.
Chiediamo della petizione che è stata lanciata nei giorni scorsi per chiedere di non chiudere quel presidio di socialità, quella piccola oasi di relax per il personale e soprattutto per i pazienti fragili, quelli oncologici o i dializzati, costretti a passare molte ore in ospedale.
Non c'è più. Non era autorizzata, anche se aveva raccolto oltre 400 sottoscrizioni. E' passata sul web, sul portale change.org, dove in due giorni hanno firmato più di 200 persone.
Al posto del bar, per ora, verrà allestita un'area "vending" potenziata. Macchinette.
Ma Livio Tranchida, direttore generale dell'azienda ospedaliera, non mette la parola fine alla questione. "Al momento abbiamo dovuto prendere questa decisione - ribadisce. Tra ritardare le visite e avere il bar, non potevamo che fare la scelta che abbiamo fatto. Oltre al fatto che per un bar serve un ambiente idoneo e a norma di legge, che ci stiamo impegnando a trovare".
Nel frattempo, al Carle tutto procede come sempre. Solo la Medicina è stata spostata, assieme agli ambulatori della Neuropsichiatria infantile. Il 24 toccherà ad una delle due mammografie e nei giorni successivi anche il secondo macchinario sarà trasferito al Santa Croce, dove si stanno ultimando gli spazi.
Prima della fine di ottobre la palazzina storica sarà completamente smantellata. L'unica area che non ha trovato una nuova collocazione è il bar. Ma pare esserci tutta l'intenzione di trovare una soluzione che spenga le proteste.