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Farinél | 20 aprile 2025, 15:06

Farinél / L’AC Bra promosso in serie C come esempio per gli albesi

Nell’uovo di Pasqua il Bra trova la promozione in serie C e si regala una piccola grande impresa che dimostra quanto sia importante fare squadra per ottenere risultati, mentre il calcio sotto le torri sembra più che mai frammentato e diviso

Ph Christian Flammia

Ph Christian Flammia

Partiamo da una doverosa premessa: non è obbligatorio avere una squadra di calcio ad alti livelli e le priorità per una città sono e devono essere ben altre, ma la promozione del Bra in serie C impone una riflessione sul calcio all’ombra delle Cento Torri e dei cento (o quasi) campanili.

Quanto fatto dai giallorossi entra di diritto nella storia dello sport locale perché quello del Bra era uno dei budget più bassi del girone e l’obiettivo era fare bene, non certo dominare il campionato.

La stagione 2024-2025 ha visto l'AC Bra non solo raggiungere la promozione in Serie C, ma anche dimostrare un'incredibile determinazione e spirito di squadra. Nonostante le limitate risorse economiche, la squadra è riuscita a superare ostacoli apparentemente insormontabili, grazie a una combinazione di talento, dedizione e strategia. Questo successo non è solo una vittoria sul campo, ma anche un messaggio: l'unione e il lavoro di squadra possono portare a risultati straordinari.

I numeri del Bra sono quelli di una macchina perfetta: 24 vittorie in 34 partite, 69 gol fatti (miglior attacco), solo 20 reti subite, una ogni due partite, per quella che è di gran lunga la miglior difesa del campionato.

Si tratta di un piccolo grande capolavoro della società e di quel mister Nisticò in cui non molti credevano a inizio stagione, chiamato per non far rimpiangere “il gran tradimento” di mister Floris, andato ad allenare la corazzata Varese. Avventura finita con un esonero.

In panchina l’ex Chieri era partito con un pareggio casalingo contro l’Asti prima di far capire a tutti di che pasta è fatto il Bra: 1-3 a Fossano, goleada casalinga 5 a 0 contro la corazzata Vado, 0-2 nel derby a Saluzzo, 4-0 in casa contro la forte Lavagnese e 0-4 a Tortona contro il Derthona.

18 gol fatti e 1 solo subito in cinque partite, un ruolino da schiacciasassi. Nemmeno la sconfitta sfortunata con il Chisola toglie il sorriso ai giallorossi che inanellano altre tre vittorie e volano a +5.

Il Bra controlla fino alla sfida decisiva con il forte Ligorna. I liguri battono la Nova Romentin e perdono a Bra in quella che risulterà la miglior partita della stagione giallorossa.

È un trionfo di Nisticò, della squadra, ma soprattutto di una società seria guidata da quasi 20 anni dal patron Germanetti e dal dg Pietro Sartori, da 29 anni con il giallorosso cucito sulla pelle. Una dirigenza seria che ha saputo costruire e progettare anno dopo anno costruendo le basi per il successo facendo dell’unione la forza.

Tutti a Bra tifano Bra e sostengono il Bra.

Ad Alba un discorso del genere rimane utopia. L’Albese, la squadra della città, oltre cento anni di storia, un passato in serie C, langue in Promozione e spera di ottenere l’ultimo posto play off in un girone in cui ha avuto la sfortuna di incrociare Alessandria e Casale.

L’Alba Calcio, società nata sulle ceneri del Corneliano Roero, dopo aver ottenuto il trionfo in Coppa Italia Piemonte ha tirato i remi in barca e ha salutato, con ogni probabilità, i play off. In prima categoria l’Area Calcio dopo un bel campionato chiuderà appena fuori dalla zona play off.

Tre società che tra loro non parlano, o parlano poco, in un fazzoletto di km quadrati. Ognuna con i suoi sponsor e i suoi sostenitori che, se sostengono una non sostengono l’altra, come se si sposasse una coalizione o una filosofia e non una società di calcio.

Ha senso continuare con queste divisioni? La risposta che arriva forte e chiara da Bra è no. Speriamo che nell’uovo di Pasqua chi di dovere possa capire che è tempo di superare le divisioni e le spaccature per costruire una società forte che rappresenti la città di Alba.

Buona Pasqua!

Marcello Pasquero

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