Quando il terremoto del Belìce devastò Gibellina nel 1968, cancellò in pochi secondi case, strade, orizzonti. Ma in quel vuoto, gli artisti videro una possibilità. Videro uno spazio nuovo per costruire, creare, ricordare. Gibellina non fu mai più la stessa: diventò città dell’arte, una “città-opera”, dove la bellezza prendeva il posto del trauma e la cultura si faceva materia viva, visione politica, cura del paesaggio.
Oggi quella storia, lunga più di cinquant’anni, ha un nuovo riconoscimento. Gibellina è stata proclamata Capitale italiana dell’Arte contemporanea 2026, prima città a ricevere questo titolo dal Ministero della Cultura. Il progetto vincitore, “Portami il futuro”, punta a trasformare l’intero centro urbano in un laboratorio aperto di mostre, festival, rassegne e interventi pubblici che coniugano memoria e visione, locale e globale, rigenerazione e permanenza. Gibellina si prepara a trasformare l’intero centro urbano in un grande laboratorio d’arte contemporanea, dove memoria e avanguardia si incontrano. Come sottolineano le motivazioni ufficiali, la città diventerà “un grande laboratorio dove le pratiche e le energie dell’arte contemporanea saranno chiamate a condividere pensieri e soluzioni sui temi dello spazio pubblico, della comunità, del paesaggio, della sostenibilità e di quell’ampio concetto che è l’eredità”
È proprio questa idea – l’arte come forma di ripartenza collettiva – che Alba ha deciso di raccogliere. E di rilanciare. La capitale delle Langhe ha annunciato la propria candidatura per il 2027, con un dossier intitolato “Le fabbriche del vento”: un omaggio al visionario Pinot Gallizio, ma anche una metafora di movimento, trasformazione, produzione di idee. Se Gibellina porta in dote all’Italia un esempio di rinascita fondata sull’arte, Alba – capitale delle Langhe – rilancia con un sogno che unisce territorio, comunità e creatività.
"Con questa candidatura vogliamo trasformare la città in un luogo dove l’arte non solo si espone, ma si vive, si condivide, si produce", hanno spiegato il sindaco Alberto Gatto e l’assessore alla Cultura Caterina Pasini. A ispirare e guidare il progetto è Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, già presidente della giuria che ha premiato Gibellina e ora presidente del Comitato promotore albese.
Un filo sottile ma potente lega queste due città così diverse. Se Gibellina nacque due volte, e la seconda fu per volontà degli artisti, Alba vuole oggi diventare una città dove l’arte fa nascere nuovi modi di abitare il territorio. La proposta include la nascita della Biennale delle Langhe, un festival diffuso che coinvolgerà anche Roero e Monferrato, in dialogo con i paesaggi Unesco.
Come ha detto Sandretto Re Rebaudengo, "l’arte contemporanea è uno strumento potente per affrontare le sfide del nostro tempo e attivare processi di cambiamento". È questa la lezione di Gibellina. E, forse, la promessa di Alba.