Riceviamo e pubblichiamo la lettera a firma di Marco Borgogno, già sindaco di Borgo San Dalmazzo, a dir poco perplesso dopo la cerimonia di inaugurazione del Tunnel di Tenda avvenuta venerdì 27 giugno
Cuneesi brava gente! Mah sì; questa non vuole essere soltanto una affermazione ironica, ma l’espressione vera del nostro (ci sono anch’io) carattere. Già Carducci nel 1890 aveva capito l’antifona, e nella sua ode al Piemonte, ci ha liquidati sinteticamente con due aggettivi: “Cuneo possente e paziente”. Il primo, forse, gli serviva per la strofa, ma sul secondo sicuramente ha centrato l’obiettivo. E così mentre a Venezia, manifestanti venuti da mezzo mondo, protestavano contro il matrimonio di Bezos (sic!), qui da noi si celebrava l’apertura del Tunnel del Tenda, come da copione: maxischermo, palco delle autorità, fanfare, discorsoni per dirci che la colpa è sempre degli “altri”, ministri e sindaci franco/italiani, cena di gala, false pareti in finta roccia a coprire le brutture retrostanti, come le quinte di un teatro. Una scena da film in cui la finzione predomina sulla realtà. Non uno di noi con un semplice cartello: “Vergognatevi!”, non un corteo di persone incazzate da tempo per dover raggiungere Nizza o Ventimiglia con i giri dell’oca: per anni!
Anzi, tutti contenti per poter finalmente recarsi a Mentone per le vacanze, anche se i tempi di percorrenza semaforizzati, sono quelli di dieci anni fa e se si dovranno centrare le fasce orarie con il rischio di tornare indietro. C’è poco da aggiungere: siamo fatti così noi cuneesi e finiamola di lamentarci se sono più di 50 anni che si parla della Asti/Cuneo, del tunnel Armo/Cantarana, del lago di Moiola e del paravalanghe della Maddalena che è il secondo transito merci con la Francia . Con tutto ciò questa nostra saggia pacatezza e il rispetto per il prossimo (anche se non se lo merita) che si manifesta con il silenzio e ci distingue dagli altri, teniamoceli ben stretti. Sono doti rare in un mondo pazzo e urlante qual è quello di oggi.