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Attualità | 12 luglio 2024, 07:07

La sfida dell'Asl Cn2: "800 prestazioni in più a luglio, lavoriamo per superare le criticità"

Andrea Pedussia, responsabile del servizio di accettazione ospedaliera e front office dell’azienda sanitaria, fa un bilancio della situazione delle liste di attesa: "L’obiettivo è migliorare le prestazioni da erogare in classe di priorità 'Breve'”

L'ospedale di Verduno

L'ospedale di Verduno

Da gennaio 2024 l'Asl Cn2 si è impegnata per mettere a disposizione ore aggiuntive (serali e nei fine settimana) da dedicare alle visite destinate ai pazienti per alleggerire le liste di attesa. Insieme al dottor Andrea Pedussia, responsabile del servizio di accettazione ospedaliera e front office dell’azienda sanitaria, cerchiamo di capire i risultati ottenuti e le prospettive future.

Partirei dai dati raccolti fino a giugno.
"Abbiamo garantito un livello di servizio aggiuntivo che si è attestato su un aumento di 1.885 ore (1.101 ore serali e 784 ore nel fine settimana) per un corrispondente incremento delle visite ambulatoriali e prestazioni diagnostiche pari a 8.318 prestazioni. L'obiettivo è quello di mitigare la dimensione delle liste di attesa. C'è una fortissima domanda e ci stiamo attrezzando per rispondere ancor meglio alle esigenze degli utenti".

Con che risultati?
"Abbiamo dato riscontro a più di 8.000 utenti che in questo periodo hanno potuto effettuare la prestazione necessaria oltre alla normale programmazione. Ci sono centinaia di prestazioni che noi forniamo, ma sono 69 quelle che vengono monitorate dal PNGLA (Piano nazionale del governo delle liste di attesa). Queste prestazioni sono quelle sulle quali tendenzialmente vengono concentrate le risorse che arrivano dalla Regione per via ministeriale. Nel PNGLA c'è una batteria di prime visite cardiologica, chirurgica, endocrinologica, neurologica, oculistica, ortopedica, ginecologica, otorino, urologica, dermatologica, fisiatrica, gastro pneumologica, per fare degli esempi. E poi ci sono le altre prestazioni diagnostiche su cui interveniamo: mammografia, tutta una serie di TAC, torace, addome, diverse tipologie  di risonanze magnetiche RM, l'ecografia, l'ecodoppler e la colonscopia. ".

E poi ci sono anche le altre visite ambulatoriali.
"Bisogna fare una distinzione tra prime visite e le successive, che vengono considerate controlli e follow up, sulle quali è stato fatto da parte nostra un grande lavoro di presa in carico. Le faccio un esempio: io vengo a fare una prima visita cardiologica perché il medico di medicina generale ha riscontrato la necessità di una prestazione specialistica. Se da lì emerge la necessità di controlli successivi o di approfondimenti diagnostici, è lo specialista che pensa alla prescrizione e noi, internamente, alla prenotazione. Si entra in un meccanismo definito, anche se non può essere sempre tutto categorizzato, ma il sistema deve giungere a questo tipo di funzionamento".

Tornando alle prestazioni aggiuntive, cosa è successo a giugno e luglio?
"Giugno ha rappresentato un periodo di verifica. A livello regionale ci sono state fornite indicazioni sui fondi e sulle prestazioni. A luglio il sistema sta erogando 800 prestazioni aggiuntive
".

Questo vi ha aiutato nella vostra programmazione?
"Noi abbiamo delle agende aperte per ogni prestazione, anche per i mesi e gli anni a venire, ma sono comprensibilmente aperte su uno standard di produzione che non possiamo programmare minuziosamente. Possiamo ragionare su uno standard base per ogni settore, ma dobbiamo fare i conti con la fluttuazione del personale. Le prestazioni che vengono aggiunte periodicamente servono a mitigare i tempi lunghi".

Un esempio concreto?
"In questi giorni stiamo inserendo 200 prestazioni di prima visita ortopedica. Un’agenda standard ti permette di avere prestazioni continuamente. Poi, con l’aggiunta di prestazioni supplementari, riusciamo spesso a ricontattare le persone che hanno una prenotazione più lontana. Noi abbiamo una costante attività di richiamo delle persone. Peraltro, proprio in questi giorni abbiamo ricevuto quelli che sono gli obiettivi regionali a livello di prestazioni e stiamo completando la programmazione per il 2024".

Il quadro generale è chiaro, ma dove si riscontrano le criticità maggiori?
"Le prime visite oculistiche, le prime visite fisiatriche, la cardiologia, ciclicamente alcune risonanze, ecografie, ecodoppler. Credo che dare appuntamento per una risonanza o per una visita ortopedica anche alle 18 del sabato sera o alle 9 della domenica mattina, dia la misura di come medici, tecnici, infermieri e amministrativi stiano lavorando per andare in contro alle esigenze dei cittadini del nostro territorio. Così si sta affinando sempre più il nostro sistema.".

A cosa si riferisce?
"Al lavoro che stiamo facendo ad esempio sull'appropriatezza delle prestazioni, grazie anche a gruppi di lavoro che abbiamo istituito con tutti i professionisti coinvolti. Non si può rispondere all'aumento della domanda con un aumento indifferenziato dell'offerta. All'interno di quella domanda ci sono dei casi che forse non necessitano di approfondimenti diagnostici con priorità a breve, per esempio. Un maggior confronto tra i medici che operano sul territorio e i nostri specialisti può essere molto d’aiuto su questo lavoro. Verificare l'appropriatezza della domanda ci permette di avere una canalizzazione migliore dell'offerta".

C'è un settore in cui avete registrato dei miglioramenti?
"Stiamo gestendo adeguatamente tutte le visite urgenti che devono essere effettuate in 72 ore. Le prendiamo in carico noi e le portiamo a termine, trovando le soluzioni".

E per quanto riguarda le altre prestazioni?
"Ne abbiamo di quattro tipi: (U), urgente entro 72 ore, (B), breve entro 10 giorni, (D), differita entro 30 giorni, (P), programmata entro 120-180 giorni. Abbiamo difficoltà sulle prestazioni brevi perché il sistema, il Cup regionale, se non si trova posto entro i termini stabiliti, non permette di prenotare e rimanda a un successivo contatto. Altro aspetto importante: le prenotazioni avvengono su base regionale".

Come funziona il sistema?
"Il sistema cerca prima un posto nell'Asl di competenza, se non ci sono spazi, si passa al privato convenzionato, in seguito si ragiona in ambito d'area, in questo caso la provincia di Cuneo, e poi si allarga in ambito regionale".

Negli anni c'è stata qualche particolare variazione?
"Fino al 2019 erano molto più numerose le prestazioni programmate. Dopo il Covid c'è stata un'impennata di quelle a 10 giorni, a scapito di quelle a lunga programmazione, sicuramente il momento storico ha inciso".

Daniele Vaira

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