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Attualità | 19 settembre 2025, 12:00

Fondo montagna, UNCEM chiede 500 milioni annui per non penalizzare le Regioni

Il presidente Bussone a Calderoli e Giorgetti: "Nel 2025 solo 95 milioni ai territori contro i 200 attuali. Servono 5 miliardi in dieci anni e ricognizione sui fondi regionali per superare l'assistenzialismo"

Marco Bussone, presidente nazionale UNCEM

Marco Bussone, presidente nazionale UNCEM

Il fondo nazionale per la montagna assegnato alle Regioni, dopo due annualità (2023 e 2024) dotato di 200 milioni, si ridurrà a 95 milioni di euro nel 2025. Questo per effetto dell'entrata in vigore della nuova legge nazionale sulla montagna, che trattiene a livello statale, ministeriale, per le misure previste dall'articolato, 105milioni di euro. Non cambia il totale rispetto al 2024, ma si modifica chi fa che cosa. 105 milioni di euro dunque non verranno ripartiti alle Regioni.

"Abbiamo chiesto già in fase di audizione sulla legge e recentemente, come Uncem, due cose al Governo e pure al Parlamento, che discute a breve la legge di bilancio - evidenzia Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, che lunedi ha convocato il Consiglio nazionale -. La prima è di non limitare il fondo montagna, incrementarlo in finanziaria 2026, portarlo a 500 milioni annui fino al 2036. Dieci anni. 5 miliardi totali. Questo per non intaccare da oggi la quota destinata alle Regioni. La seconda cosa, di buonsenso, è di avviare a livello ministeriale, al Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie, una ricognizione di quanto ogni Regione destina alla montagna di fondi regionali. Questo perché è assurdo oggi, da parte nostra, fare questue piuttosto che chiedere assistenzialismo. Questo Uncem non lo fa e non lo vuole. Piuttosto è importante capire quali e quante Regioni investono proprie risorse per le zone montane delle Alpi e degli Appennini e come le usano, nel proprio bilancio, senza aspettare sempre fondi nazionali o europei. Oggi sono troppo poche le Regioni che hanno un fondo regionale per le montagne, tratto dal bilancio regionale, e troppe poche hanno una legge organica che potrà essere fatta, dove non esiste, a partire dalla legge nazionale. Incrementare le risorse statali e impegnare le Regioni a innestare risorse regionali sono due questioni politiche, importanti, propositive, che possono trovare unite tutte le forze politiche, nel Parlamento e nei Consigli regionali. Uncem si impegna a generare coesione, andare oltre forme assistenziali o redditi di cittadinanza montana, che respingiamo. Piuttosto usiamo bene mettendo in sinergia le nuove risorse economiche per la Strategia nazionale della Montagna, insieme con fondi della Strategia nazionale Aree interne, Strategia forestale e Strategia delle Green Community. Il territorio è uno. Gli impatti sono decisivi, da misurare prima e dopo gli investimenti. Possiamo attuare la legge con una svolta rispetto a timidezze e fragilità che abbiamo sempre messo in luce, chiedendo nuova spinta politica, che trovi uniti tutti i partiti e gli schieramenti".

cs

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