Gli italiani sono un popolo, a seconda della moda, di allenatori, medici, economisti e, trend del momento, grandi chef. A testimoniarlo il continuo proliferare, e soprattutto il successo, di trasmissioni di cucina, di blog, di libri di ricette.
In questo grande calderone un ruolo di spicco ce l'ha sicuramente TripAdivisor, sito ormai quotatissimo di recensioni su ristoranti e alberghi. Su ristoranti, appunto. Ecco che una pizzeria di Brescia ha denunciato il sito per "violenza psicologica" e ha intimato ai suoi utenti, con tanto di cartello, di non farsi vedere nel suo locale.
Insomma, esasperato dalle recensioni, evidentemente non tutte positive. E soprattutto convinto che chi le scrive non abbia reale titolo per farlo. Oltre al fatto, e questa è cosa nota, che non tutte sono così trasparenti.
E a Cuneo com'è la situazione? Cosa ne pensano i ristoratori della provincia dove la qualità della ristorazione è senza dubbio tra le più alte in Italia? In attesa delle testimonianze dei lettori e dei ristoratori, abbiamo chiesto di esprimere un'opionione a riguardo allo chef numero uno del cuneese: Enrico Crippa del ristorante Piazza Duomo di Alba, l'unico che nella nostra provincia può fregiarsi delle tre stelle Michelin.
Molto serenamente ammette: "Io TripAdvisor non lo leggo più". E aggiunge: "Tutto questo interesse per il mondo della gastronomia ha fatto sì che il nostro lavoro fosse molto più considerato di quanto accadeva fino a qualche anno fa. E questo è positivo. Il rovescio della medaglia è che il nostro lavoro è molto diverso da come viene mostrato. Creando da un lato tante illusioni in chi intraprende questa strada e dall'altro tanti finti esperti".
Sul gesto del ristoratore bresciano, che tante ferocissime polemiche ha suscitato, commenta: "Io sono fortunato. Nel ristorante in cui lavoro abbiamo una clientela molto selezionata e preparata. Ma capisco anche che un cuoco che lavora 15 ore al giorno, cercando di fare tutto nel rispetto della materia prima, dei fornitori e soprattutto dei clienti, possa arrabbiarsi di fronte a recensioni molto negative, a volte fasulle e pilotate. Perché c'è anche questo aspetto. Poi chi ti giudica? Una persona preparata - e molti lo sono - o una persona che magari bada più alla quantità che alla qualità e che si lamenta se il suo piatto non è colmo di cibo?"
Comunque sia, conclude, "chi fa questo lavoro è soggetto ad essere giudicato e deve accettarlo. E' sempre successo, in fondo". Prima con il passaparola, adesso sul web, che è una piazza. Senza confini e senza controllo.