L'Italia - come la Francia - sulla strada dell'abbattimento controllato dei lupi. Un primo via libera è arrivato martedì pomeriggio dalla Conferenza Stato-Regioni che ha approvato il "Piano per la conservazione del lupo".
Il documento prevede 22 misure per favorire la convivenza fra lupi ed attività agricole. Si va dai recinti elettrificati a procedure più rapide per i rimborsi agli allevatori nonché la lotta agli incroci tra cani e lupi. Ma la misura più controversa è l'ultima: l'abbattimento controllato fino al 5% degli esemplari presenti sul territorio nazionale, seppur come estrema possibilità e in presenza di un piano regionale approvato dal Ministero dell'Ambiente. Un piano che arriva dopo 46 anni di protezione assoluta di questa specie.
La decisione arriva dopo le proteste degli allevatori ma non è ancora definitiva. Il piano infatti dovrà essere approvato il 2 febbraio, in sede politica, quando lo voteranno il ministro dell'Ambiente e i rappresentanti delle giunte regionali.
“L'impegno della Regione si è finora concentrato su interventi di gestione dei pascoli, prevenzione degli attacchi da canidi e indennizzo per le predazioni – dichiara l'assessore all'Agricoltura Giorgio Ferrero -. Eventuali contenimenti selettivi della specie lupo si inquadrerebbero in attività di competenza ambientale. Non rientra certo fra le attività venatorie l'abbattimento di animali ad oggi ricompresi a livello nazionale fra quelli particolarmente protetti”.
Nel 2015 sono stati predati 457 capi su pascoli collinari e montani del Piemonte, di cui 388 ovicaprini, 65 bovini, 3 equini e 1 cane. Agli 86 allevatori coinvolti è stato erogato un premio comunitario totale di circa 57.400 euro e un indennizzo di circa 59.500 euro. Nel corso del 2017 verrà aperto un nuovo bando per la difesa del bestiame dalla predazione da canidi al fine di dare il massimo sostegno possibile alla coabitazione di allevatori e predatori.
“Se la legge verrà approvata ne prenderemo atto - dichiara Paolo Salsotto, presidente dell'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime -. Tuttavia penso che l'abbattimento selettivo sia inutile perchè non risolve il problema del lupo per gli allevatori in montagna. Neanche in Francia l'hanno risolto. Se un esemplare viene eliminato il branco si ricrea, la popolazione di lupi si auto-regola. Meglio sarebbe impiegare le risorse per aiutare i pastori con recinzioni elettriche, contributi, cani addestrati. Tant'è che l'abbattimento è una misura estrema. Il lupo quindi resta una specie tutelata, utile anche perchè fa un lavoro di selezione naturale”.
Il Parco Alpi Marittime è capofila del progetto scientifico LIFE Wolfalps che, in collaborazione con diversi partner, lavora anche al censimento dei lupi.
“Gli esemplari sono circa 1.600 a livello nazionale e un centinaio in Piemonte”, conclude Salsotto. Numeri utili a capire a quanto ammonterebbe l'entità da abbattere in caso di approvazione del piano: circa 80 esemplari in tutta Italia.












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