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Politica | 22 ottobre 2018, 08:30

Gli indugi di Alberto Cirio tengono in stand by la politica albese

Centrodestra e centrosinistra paralizzati dalle scelte che l’europarlamentare farà (o subirà), ognuno aspettando le mosse dell’altro. Sotto traccia, tuttavia, qualche nome per il dopo Marello inizia a circolare

Il Municipio di Alba

Il Municipio di Alba

Dicono che Maurizio Marello, al termine di due mandati da sindaco, potrebbe candidarsi in Regione nella lista del Pd o in quella del Monviso.

Continuano a dire (e l’interessato a sperarlo) che Alberto Cirio possa essere il candidato presidente del centrodestra in Regione.

Fotografare lo stato dell’arte della politica amministrativa albese richiede una buona dose di fantasia e, in questa fase, non si può far altro che affidarsi ai “dicunt”.

Marello sta pensando a chi dovrà mandare nel Consiglio Generale della Fondazione Crc dopo le dimissioni di Antonio Degiacomi e riflettendo se mettersi in pista per una corsa verso Palazzo Lascaris che, a diversità del 2014, si annuncia ad ostacoli.

Il centrosinistra lo vorrebbe in campo, a maggior ragione se Cirio dovesse essere il candidato presidente sul fronte avverso, ma lui per il momento nicchia.

Frattanto, in una situazione politica molto più complessa rispetto alla scorsa tornata amministrativa, i suoi assessori si guardano in faccia (e attorno) per individuare una strategia che offra loro chances per mantenere la guida della capitale delle Langhe.

Tre gli assessori – così si mormora nei crocicchi della città – che potrebbero ambire a raccogliere il testimone da Marello: Fabio Tripaldi (Cultura e Turismo), Massimo Scavino (Attività Produttive), e Luigi Garassino (Bilancio). A loro si aggiunge il Presidente del Consiglio comunale, Roberto Giachino. Un altro nome che circola con insistenza, a maggior ragione se la connotazione del centrosinistra dovesse essere di stampo ancor più civico, è quello di Olindo Cervella, già assessore allo Sport nel 2009, espressione di “Impegno per Alba”.

Un personaggio che sarebbe gradito ai “Grandi Vecchi” della politica albese, i quali non sono mai riusciti a farsi piacere Cirio.

Se la situazione è confusa nel centrosinistra, nel centrodestra non muove foglia, almeno in superficie.

Carlo Bo, capogruppo di Forza Italia, aspetta un via libera da Cirio che, se dovesse giungere, non arriverà tanto presto. Bo potrebbe essere la vittima sacrificale se l’eurodeputato dovesse cedere Alba alla Lega in cambio di una sua investitura regionale.

A bordo campo si sta scaldando anche Emanuele Bolla, di Fratelli d’Italia, partito che se mai venisse riproposta la coalizione del centrodestra del 4 marzo, qualche spazio certamente lo rivendicherà .

Ma è la Lega, oggi assente dal Consiglio comunale, la vera incognita della prossima tornata comunale.

Si dice che potrebbe essere Marco Marcarino l’uomo cui affidare la propria sorte elettorale, ma avendo il Carroccio il vento in poppa potrebbero esserci altri pretendenti, pronti a saltare sul carro, una volta avuta la certezza che non si tratta di un balzo nel vuoto.

Riccardo Molinari, proconsole di Matteo Salvini in Piemonte, è conscio dell’importanza che Alba riveste sullo scacchiere regionale, per cui certamente vorrà dire la sua dopo aver interpellato il Capitano.

Dal Movimento 5 Stelle, oggi presente in Consiglio con un solo rappresentante, Ivano Martinetti, non trapelano indiscrezioni.

E poi c’è Mariano Rabino, già presidente di Scelta Civica, il quale, con vecchio e mai sopito spirito democristiano, “si è messo a disposizione” con il suo progetto di “Grande Alba”, senza troppi sofismi tra sinistra e destra, seppur con una preferenza per quest’ultima.

I contatti tra lui e Cirio sono costanti ma, come dicevamo, finchè questi non avrà chiari i propri orizzonti, la politica albese rimarrà congelata.

Giampaolo Testa

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