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Attualità | 29 ottobre 2010, 13:00

Nuovo Polo scolastico di Mondovì Piazza, per gli architetti "inutile e dispendioso"

All'incontro organizzato dal PD locale sono intervenuti due professionisti che si sono detti scettici sul progetto di Piazza d'Armi

Il pubblico all'incontro

Il pubblico all'incontro

Il circolo del Partito Democratico di Mondovì ha incontrato la popolazione per esporre il problema della possibile nuova costruzione dell’edificio per il polo scolastico di Piazza d’Armi a Piazza. Il Consigliere di opposizione Paolo Magnino ha aperto così la discussione: “Di questa cosa non si è saputo mai nulla, finché in un Consiglio Comunale del 2009 è caduta dall’alto la delibera che il Comune si era indebitato di 4,5 milioni di Euro per la realizzazione di questo edificio che di Euro ne costa 7 milioni e mezzo. Sono dell’idea che la realizzazione di questa cosa avvenga per non perdere i fondi mediati dalla Regione Europea per il risparmio energetico. Un milione di euro infatti deriverà da un contributo della Regione Piemonte per gli interventi sul risparmio energetico”.

L’edificio in questione sorgerebbe in Piazza d’Armi, dirimpetto all’attuale sede delle Scuole Medie; il progetto consisterebbe nella realizzazione di un nuovo fabbricato dall’area molto moderna che sfrutta la classe A energetica dove collocare scuole medie, asilo e micronido, lasciando un parcheggio per auto e bus tra questo immobile e quello sede delle scuole elementari. L’incontro è proseguito con l’intervento di due architetti: Lorenzo Mamino, componente della Commissione paesaggi di Mondovì e Martino Roatta.

Il primo, dopo un'interessante cronostoria del rione piazza, luogo carico di realtà storiche a partire dal Medioevo fino ad arrivare alla contemporaneità, passando per Napoleone, ha spiegato quanto sia inutile la “costruzione così dispendiosa di un nuovo edificio in un rione dove forse il 50% dei fabbricati sono vuoti e inutilizzati e per di più su di un piazza che riveste un’importanza storica e anche strategica per il turismo. Perché quindi non recuperare Convento di Santa Chiara - attuale sede delle Scuole Medie, e oggetto di permuta da dare come contropartita all’ASL per rilevare i locali del vecchio ospedale - dove hanno lavorato architetti e artisti di fama mondiale? Non si è mai visto credo, in tutto il Mondo, un fabbricato così mal posizionato, diviso dall’altra scuola, con cui condividerà mensa,  aree di gioco e palestra, da un parcheggio. La Commissione, visionando il progetto, non aveva dato parere positivo, ma tutto ciò non è stato messo a verbale, e si è voluti andare avanti. Ora sarà valutato dalla Regione Piemonte per un giudizio paesistico e saranno loro a dare l’ultima parola per questo progetto”.

L’Architetto Roatta è intervenuto per parlare dell’innovazione energetica e dei risparmi che l’edificio comporterebbe. Secondo l’Architetto Roatta “il fatto di essere in Classe A energetica è solo una mattonella, un piccolo fattore dentro altri molto più grandi. Non sarebbe nemmeno necessario costruire un edificio nuovo e così costoso - tralasciando i dettagli tecnici- sarebbe sufficiente, con un spesa molto inferiore, riparare i serramenti e fare una serie d’interventi in altri edifici con una resa maggiore”.

Giampiero Garelli, coordinatore cittadino del PD di Mondovì, ha chiuso la serie di interventi dicendo che “questa volta non vogliamo fare la parte degli ostruzionisti a priori, abbiamo trovato anche delle alternative da realizzare: per le Scuole Medie sfruttare due padiglioni inutilizzati dell’Ospedale; riempire gli spazi vuoti che ci sono nei locali del Baruffi, recuperare l’ala Gabetti del vescovile, ipotesi questa avvalorata da un progetto già esistente dell’assessore Tino ai tempi della Giunta Rabbia, e sfruttare i locali della Madonnina per inserirvi Scuola Materna e Micronido. Si legge su alcuni giornali locali che il Sindaco ci chiede risposte sulla nostra idea per la Madonnina; noi abbiamo scritto interventi sulla stampa locale, ora tocca a lui rispondere, e non l’ha fatto. Alla scorsa riunione si sono presentati il Vicesindaco, il Presidente del Consiglio comunale e un assessore della Giunta, puntando molto sulla qualità del risparmio energetico, cosa smentita da tecnici come i due architetti intervenuti poc'anzi”

La serata si è chiusa con un dibattito che ha visto l’intervento di molti cittadini interessati e con il lancio di una petizione per preservare l’importanza storica del rione Piazza.

Simone Floccari

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